Institut du Monde Arabe
Jean Nouvel – Institut du Monde Arabe, (Istituto del mondo arabo), Paris, 1981-1987
Località
Parigi, Francia
Anno
1981 - 1987
Architetti
Jean Nouvel
L'Istituto del mondo arabo (in francese Institut du monde arabe) è situato a Parigi, nel V arrondissement, in Rue des Fossés-Saint-Bernard. Aperto al pubblico dal dicembre 1987, è stato costruito da un gruppo di architetti (Jean Nouvel e Architecture Studio) che ha qui tentato una sintesi tra la cultura araba e la cultura occidentale. La costruzione dell'edificio, iscritta nella politica delle grandi opere voluta da François Mitterrand, è stata decisa sotto il settennato di Valéry Giscard d'Estaing nel 1973, con l'intenzione di migliorare le relazioni diplomatiche tra la Francia e i Paesi arabi.
La facciata settentrionale, che simboleggia il rapporto con la città antica, è rivolta verso la Parigi storica con cui si amalgama perfettamente. La facciata meridionale riprende i temi storici della geometria araba con l'ideazione di 240 moucharabieh che la compongono e che si aprono e si chiudono ogni ora.
L'asse dell'ingresso dà sulla cattedrale di Notre-Dame, con il muro di sinistra posto perpendicolarmente rispetto al piano d'accesso, così da incorniciare la vista. In tal modo l'Istituto occupa una posizione cardine tra la Parigi moderna, rappresentata dalla architettura gaullista simboleggiata da Jussieu e la Parigi tradizionale, con i suoi edifici storici.
È un luogo che si sviluppa attorno all'organizzazione e ai mutamenti della luce nello spazio. Letteralmente questo avviene attraverso dei diaframmi, simili a quelli della macchina fotografica, attivati da fotocellule della parete sud e del pozzo di illuminazione al suo centro rivestito di alabastro. In questo modo lo spazio interno è reso suggestivo da una luce non diffusa né concentrata in poche aperture, ma che entra negli ambienti attraverso piccoli e numerosi fasci luminosi che conferiscono un carattere quasi sacrale allo spazio.
All'esterno invece questo rende l'immagine del prospetto diversa durante tutto l'arco della giornata.
L'edificio, non soltanto grazie alla presenza dei diaframmi fotografici, rivela una stretta e convincente relazione tra architettura e cinema. Ha una energia tale che, visitandolo, si ha l'impressione di entrare nella inquadratura di un film.
Questo aspetto è sottolineato anche dalle parole di Nouvel: «La sequenza dei passaggi tra diversi volumi e livelli d’illuminazione, a seconda delle diverse traiettorie al suo interno, può essere vista come una serie di angolazioni e aperture di un obbiettivo fotografico.»
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