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Teatro Marittimo a Villa Adriana

2D – Pianta in scala 1:100

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Uno degli ambienti più interessanti e complessi di Villa Adriana è il cosiddetto Teatro Marittimo, il cui nome è stato attribuito, già nel ‘700, per il fregio a soggetto marino che decorava la trabeazione del portico.

I disegni acquistabili consentono di approfondire lo studio dimensionale degli elementi, di ripercorrerne i segreti dei reciprochi rapporti metrici. Estro, inventiva, originalità, sono caratteristiche peculiari di questo progetto dal quale apprendere come l’alternanza di linee rette e curve possa generare effetti spaziali e scenografici particolari.

L’intera Villa Adriana è inserita nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e il teatro Marittimo ne costituisce il cuore e l’essenza più intima e, contemporaneamente, più ricca di valori plastici e spaziali.

Come si vede nella planimetria del disegno in dwg, si tratta di un impianto con planimetria circolare e concentrica che al centro ha un’isola artificiale circondata da acque correnti in cui l’imperatore poteva concedersi di fare qualche nuotata.
La fascia più esterna era costituita da un portico coperto da volta a botte anulare con 40 colonne ioniche trabeate dal quale si accedeva all’isolotto (di 45 m. di diametro) con due ponticelli girevoli. Nell’isolotto si trovava un’originalissima domus ad un solo piano, in cui gli spazi si articolavano in concavità e convessità, riprendendo il tema delle superfici curve già usate per la domus Flavia e la domus Augustana sul Palatino, ma in questo caso le superfici curve moltiplicavano i loro effetti con la mobilità dei riflessi nell’acqua, generando esiti ancora più spettacolari.
Della domus la costruzione, giocata tutta su spazi con forme insolite ed originali, era costituita dallo schema tradizionale con atrio, cortile, portico, tablinio, cubicola, terme private e, negli ambienti di risulta, le latrine. Infatti, seguendo il percorso da Nord a Sud si trovava un pronao rettangolare, del quale restano oggi solo le basi delle colonne, si continuava attraverso un atrio con nicchie rettangolari su ogni lato e, seguendo l’asse, c’erano gli attracchi dei due ponticelli mobili. Continuando si trovavano due fauces (ingressi) laterali con un portico curvo e colonnato che costituivano l’accesso definitivo ed intimo alla domus, al centro c’era un giardino e, in asse con l’atrio, il tablinium con due ambienti simmetrici di servizio. Sul lato est c’erano due cubicula cruciformi. Ad Ovest si trovavano terme private con i simmetrici tiepidarium e calidarium, con al centro il frigidarium. Dal frigidarium si accedeva, attraverso alcuni gradini, al canale circolare (euripus) che circondava l’isolotto e che veniva utilizzato dall’imperatore Adriano come natatio, piscina.

Tutta questa meraviglia di ambienti, pur limitati nello spazio dell’isolotto di 45 metri di diametro, rappresentavano una piccola parte in confronto ai 120 ettari di spazio destinati alla villa, ma erano il fulcro dell’intera costruzione. In questo spazio i volumi avevano effetti di mobilità, davano il senso dello spazio infinito e, contemporaneamente, dell’intimità a cui la concentricità della matrice costitutiva degli spazi richiamava e continuamente attirava verso il centro. Ma l’accesso era vietato, l’inaccessibilità era garantito dai due ponticelli mobili e la domus rappresentava una residenza appartata che poteva avere la funzione di pensatoio, di luogo di meditazione o dove potersi rifugiare lontano da occhi indiscreti.
Autore: Prof.ssa Francesca Ferraro

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