Galleria

Cicalini Marina – Perissi Federica

Tesi di laurea in progettazione architettonica del paesaggio

"DNA Linear park: Progettazione del parco lineare lungo il tracciato ferroviario della FM-3 da Balduina fino a San Pietro"

Tesi di Cicalini Marina e Perissi Federica
E mail: marina.cicalini@gmail.com  /  federicaperissi.perissi@gmail.com  
Laurea magistrale in architettura del paesaggio - Facoltà di Architettura Valle Giulia – Sapienza di Roma
Relatore: Prof. Arch. Achille Maria Ippolito
A.A. 2015 - 2016

RELAZIONE TESI:  Marina Cicalini - Federica Perissi

L’area di analisi si sviluppa nel quadrante Ovest di Roma attraversando tre municipi, rispettivamente XII, XIII e XIV interessando i quartieri di Medaglie d’oro, Pineto, Aurelio nord, Aurelio sud e Villa Pamphili con un’estensione pari a circa 1500 ha.

In particolare focalizzeremo la nostra ricerca progettuale in un’area molto più ristretta, lungo la ferrovia Roma-Viterbo (FM-3) dalla stazione di Balduina fino a quella di San Pietro.

Il nostro ambito si inserisce su un a superficie molto vasta che comprende: elementi di interesse storico-culturale e turistico come il sistema dei forti e del campo trincerato, nonché un sistema ambientale di notevole rilevanza composto da tre polmoni verdi (Il parco del Pineto,il parco di Villa Pamphili e il parco dell’Insugherata) e una serie di piccole “cellule verdi” , come il parco di Monte Ciocci, che a causa di una mancanza di collegamenti trasversali, risultano separati dall’intero sistema.

L’individuazione dei diversi tipi di rapporti che esistono tra la ferrovia ed il contesto urbano ed ambientale che la circonda, ha scaturito una proposta progettuale che ha mirato alla creazione di un parco lineare che diventerà un’arteria verde con assi trasversali che si inseriscono nell’urbano andando a creare una connessione non solo percettiva, ma anche ecologica attraverso un sistema alternato di vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea. Nel parco l’intervento mirerà a creare una connessione tra parchi, la rimozione delle specie infestanti per ripristinare la vegetazione autoctona e la riconfigurazione e il consolidamento tramite ingegneria naturalistica.

La prima fase progettuale, quella che interessa il quartiere della Balduina, prevede interventi che mirano alla riqualificazione dell’area, andando a progettare tutte quelle aree precedentemente individuate come vuoti urbani e che potenzialmente utili, in quanto riconvertite in nuovi luoghi del collettivo urbano e messe a sistema con gli assi trasversali garantendo un collegamento da Ovest a Est con il nostro parco lineare, ma anche con tutti gli accessi al parco del Pineto.

Sulla base del nostro concept del DNA siamo state guidate nella progettazione del disegno del progetto, che tramite l’uso dei suoi filamenti, delle molecole e della struttura che ha permesso la creazione di funzioni e di elementi di arredo urbano che hanno portato alla trasformazione di un elemento che prima era monotono e isolato, a un vero e proprio parco lineare capace di legare e mettere in connessione tutti i sistemi in un unico sistema integrato.

A differenza dell’area urbana di Balduina che risulta una riqualificazione del tratto esistente, l’area da monte Ciocci fino a San Pietro prevede una riconfigurazione e nuova progettazione per il proseguimento della pista ciclo-pedonale. L’ambito di Monte Ciocci avrà un approccio differente improntato da una parte, sulla rinaturalizzazione e consolidamento della scarpata tramite l’uso di tecniche di ingegneria naturalistica e l’utilizzo di vegetazione ornamentale alternato a macchia e gariga. Dall’altra la pista ciclo-pedonale diventa l’asse portante lungo il quale si alterneranno una serie di aree e attività ludico-sportive e progetti partecipati anche con l’agraria, intercettando due poli che saranno progettati come luoghi di belvedere che permettono la vista a 360°. Infine la prosecuzione della pista avverrà sfruttando l’antico viadotto di Valle Aurelia, inserendosi all’interno della galleria Villa Alberici e fuoriuscire in prossimità di un luogo strategico sotto il profilo urbano che permetta la connessione diretta con il viadotto del Gelsomino e quindi con la stazione di San Pietro.

Immaginando di percorrere l’area da nord verso sud, la stazione di Balduina è stata completamente riqualificata dando una forte importanza all’accesso che tramite un gioco di pavimentazione in calcestruzzo stampato, in accordo con la promenade, diventa un vero e proprio affaccio belvedere che mi permette di osservare dall’alto un lungo tratto del parco. Allo scopo principale di creare una connessione e integrazione tra la passeggiata pedonale e la pista ciclabile, il disegno del Dna assumerà un ruolo importante. Il suo andamento curvilineo si sovrapporrà alla ciclabile proseguendo lateralmente creando un disegno unico e insieme ai filamenti creerà un gioco di pavimentazioni che indirizzerà anche i fruitori verso gli spazi funzionali.
Dal disegno del DNA prenderanno vita in alzato le componenti funzionali della promenade, in particolare pergole con diversi colori e composizioni strutturali, come per esempio strutture tamponante o forate con vegetazione, renderanno identificabili anche a distanza le funzioni sottostanti che prenderanno lo stesso colore delle pergole.  Anche le molecole del dna prenderanno forma attraverso un disegno che riproduce le specie vegetali utilizzate viste al microscopio, sulle quali saranno disposte una serie di strutture interattive gli “Expo i touch” che forniscono informazioni riguardo al percorso, alle funzioni presenti nel parco, i mezzi pubblici più vicini nonché brevi notizie sulla storia del luogo. Sul disegno dei filamenti diversi portali prenderanno vita in alzato e forniranno informazioni relativi ai km percorsi e alle funzioni limitrofe.

Le informazioni riguardo le percorrenze e il posizionamento del fruitore rispetto al parco lineare, saranno ripetute in tutto il parco in diverse forme. In particolare questa area della promenade sarà dedicata a mercato cittadino andando a spostare la vita collettiva all’interno della promenade attraverso strutture temporanee. Inoltre Importante ruolo assume la vegetazione marginale che segue il disegno del Dna costituito da un’alternanza di vegetazione arbustiva ed erbacea con collinette artificiali alternate ad orti urbani, il margine del verde sarà rimarcato da una serie di sedute in rivestimento in legno e lamina di alluminio traforata creando un contatto diretto tra vegetazione e fruitore.  
Proseguendo il nostro cammino si nota come il DNA assumerà forme e funzioni diverse andando progressivamente a confondersi con la natura. Inoltre un sistema alternato di fioriere di diverse altezze, pergole con sedute e l’introduzione dell’elemento acqua attraverso dei muri modulari, permetterà di creare un margine permeabile e discontinuo in cui finalmente si avrà la percezione dall’interno verso l’esterno e viceversa. Il sistema sarà poi interrotto volontariamente in prossimità del nodo di intersezione con l’asse trasversale, allo scopo di far sostare e far deviare l’attenzione del fruitore per informarlo della presenza dei parchi limitrofi, azione che viene sottolineata dalla presenza di totem in acciaio corten traforati con il sistema del QRcode e di un orologio solare. Questa interruzione provoca una perturbazione che si espande andando a inglobare l’intero asse urbano trasformando un luogo residuale e abbandonato, in un nuovo luogo del collettivo urbano capace di connettere in un unico sistema l’asse urbano attrezzato, il parco lineare e il parco del Pineto.

Proseguendo la nostra passeggiata all’interno del parco di Monte ciocci, la pista ciclabile passerà sopra il viadotto storico il quale verrà riqualificato trasformandolo in una passeggiata narrativa ed interattiva che ripercorre la storia della ferrovia su cui passava, attraverso una divisione in aree temporali e l’utilizzo combinato di elementi interattivi, vegetazione e componenti volti ad ispirare scenari creando paesaggi evocativi.  Lo stesso disegno del dna si evolverà nel tempo e si comporrà di tutti i suoi elementi fino ad innalzarsi da terra formando un landmark ben riconoscibile che identifica l’accesso al viadotto. I cambiamenti di pavimentazione renderanno facilmente identificabili le aree di sosta anche per i ciclisti che anche grazie ai filamenti, diminuiranno la velocità. Difatti i filamenti del DNA disegneranno pavimentazioni sull’area pedonale ma diventeranno anche dossi o elementi per raccogliere energia che verrà poi riutilizzata. L’uso di componenti mobili e leggere ma resistenti formate in compositi permetterà di scegliere il lato di affaccio e di sosta.

L’accesso al viadotto si troverà ad una quota di 58 m ossia ad una quota di 5 m inferiore rispetto al livello della strada per questo è stata predisposta una canalina di risalita per le biciclette mentre per i disabili un ascensore di risalita. Il nostro percorso principale prosegue poi all’interno del parco portandoci direttamente a uno snodo dove si potrà scegliere se andare verso il belvedere o proseguire verso l’area sportiva passando attraverso un’area dedicata ai progetti partecipati tra la cittadinanza e l’istituto di agraria che si trova di fronte. Questa area sarà infatti dedicata alla coltivazione sperimentale dove si potranno degustare i prodotti e venderli con il mercato a km 0. Il belvedere est è un’importante affaccio verso Roma che vuole valorizzare non solo le visuali a 180° ma anche i Landmark presenti attraverso giochi sulla prospettiva.
L’affaccio più esterno sarà composto da aree informative che rispecchiano la storia del parco e delle aree limitrofe, per tanto verranno create 3 aree che si riferiranno alle trasformazioni del territorio durante gli anni. Proseguendo verso san Pietro ci troviamo nel punto di risalita dalla galleria sotterranea situato in un parcheggio privato delle ferrovie. Il progetto prevede la trasformazione di parte del parcheggio adibendolo a piazza attrezzata che faccia non solo percepire la presenza e il collegamento con il percorso sotterraneo ma che si ponga anche in continuità con l’asse urbano entrando a far parte di un unico sistema pedonale. La piazza sarà caratterizzata da una depressione centrale esattamente sovrapposta al tracciato sotterraneo nella quale sono disposte della vegetazione erbacea di tipo officinale e dei lucernari che permettono ai fruitori della galleria di percepire il termine del percorso sotterraneo e di godere della luce naturale e contemporaneamente stimolare la curiosità di chi nella piazza può osservare il percorso dall’alto. Il punto di risalita sarà segnalato attraverso una pergola con la geometria ispirata alla composizione delle molecole del DNA con una struttura in acciaio e vetro e il segno del DNA che attraversa la piazza creerà spazi e funzioni ludico-ricreative, bike sharing e servizio di ristoro.  

L’asse di Via Niccolò V assume un ruolo importante diventando elemento di collegamento tra la piazza e il viadotto del Gelsomino pertanto il progetto prevede la trasformazione dell’area carrabile in zona 30 tramite una pavimentazione che riprende la pavimentazione storica. La vegetazione è rappresentato da un’alternanza tra piccoli alberi, rain garden e fioriere che posizionati ai bordi della strada dividono l’area pedonale da quella carrabile andando a creare un paesaggio movimentato con piani vegetali a diverse altezze assumendo oltre che un valore funzionale anche ornamentale e di connessione ecologica. L’importante sistema vegetazionale e della pavimentazione orienterà il fruitore nella percorrenza e definirà funzioni ed aree di sosta accompagnando il fruitore verso lo snodo terminale che diventerà un’area di transito dove si potrà scegliere se proseguire verso il viadotto del Gelsomino accedendo al piazzale antistante l’ingresso della ferrovia vaticana, arrivando quindi direttamente alla stazione di San Pietro.