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Fontana di Trevi

La più grande e fra le più celebri fontane di Roma

Costruita sulla facciata di Palazzo Poli da Nicola Salvi, il concorso indetto da papa Clemente XII nel 1731 era stato inizialmente vinto dallo scultore francese Lambert-Sigisbert Adam ma successivamente l'incarico passò a Salvi: si dice che il cambiamento fosse dovuto al fatto che il pontefice non voleva affidare l'opera a uno straniero; invece, un'altra versione, spiega che Adam doveva ritornare in Francia
Cominciata nel 1732, fu completata trent'anni dopo da Giuseppe Pannini; stilisticamente appartiene al tardo barocco.

La fontana all'incrocio di tre strade segna il punto terminale della "moderna" Acqua Vergine, la rinascita Aqua Virgo, uno degli acquedotti che fornivano acqua all'antica Roma. Nel 19 a.C., presumibilmente con l'aiuto di una vergine, i tecnici romani localizzarono una fonte di acqua pura a circa 13 km (8,1 miglia) dalla città. (Questa scena è presentata sulla facciata della fontana attuale.) Tuttavia, l'eventuale percorso indiretto dell'acquedotto raggiunse la sua lunghezza di circa 22 km (14 mi). Questa Aqua Virgo ha portato l'acqua nelle Terme di Agrippa. Ha servito Roma per più di 400 anni.
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Per quanto riguarda il disegno di progetto di Nicola Salvi

Nicola Salvi (Roma 1697-1751), Progetto per la fontana di Trevi: prospetto della facciata, 1733, penna, inchiostro marrone e matita nera, acquerellato in grigio e bistro, 397x557 mm
Si tratta forse di uno dei disegni più rappresentativi del fondo conservato al Gabinetto Comunale delle Stampe: riguarda il progetto definitivo per la Mostra dell’Acqua Vergine a piazza di Trevi eseguito dall’architetto Nicola Salvi, accademico di San Luca, architetto dei Sacri Palazzi Apostolici e dell’Arciconfraternita dell’Orazione e Morte.

Il progetto vinse il concorso bandito da Clemente XII nel 1732 ed il Salvi dedicò gran parte della sua attività alla realizzazione della Fontana. L’acquedotto dell’Acqua Vergine, che terminava al Pantheon, venne fatto proseguire fino a piazza di Trevi da Urbano VIII e molti architetti, fra i quali anche Bernini e Pietro da Cortona, si cimentarono nel tentativo di dare una sistemazione alla fontana. Nel 1731 era stato bandito un primo concorso che non aveva avuto alcun vincitore.

Per il concorso del ‘32 si ha notizia di altri tre disegni del Salvi, noti dalle descrizioni del Milizia e dello stesso architetto: quello qui riprodotto, che rappresenta già il progetto definitivo, non è un disegno di presentazione, bensì un foglio di lavoro utilizzato probabilmente dal Salvi per definire lo sviluppo degli elementi scultorei del complesso.

La caratteristica che distingue la fontana, una delle più note e significative fra le costruzioni romane della prima metà del XVIII secolo, è il rapporto esistente tra le strutture architettoniche del palazzo Poli che fa da fondale e la decorazione scultorea, perfettamente interagenti. Le statue, la scogliera e le figure del primo piano discendono dalla più grande tradizione barocca romana.

Nelle nicchie di destra e di sinistra si trovano la Fertilitas e la Salubritas, mentre ad una successiva esecuzione appartiene la statua centrale dell’Oceano su un cocchio tirato da cavalli marini realizzata nel 1762 da Pietro Bracci; sull’attico infine compaiono le raffigurazioni delle quattro stagioni.

Presso il Museo di Roma si conserva anche un grande modello ligneo della fontana di Trevi intagliato e dipinto da Camporese nel 1735, tratto dal disegno del Salvi.
Fonte: http://www.artleo.it/