Giardino delle sculture
Venezia, XXVI Biennale, Giardini di Castello, Padiglione Italia 1951-1952
Nel 1952 attraverso la soppressione di tre sale dell’ala nord del Padiglione Italia, connessa al corpo principale, viene ricavato lo spazio per un piccolo cortile. Scopo dell’intervento, era migliorare l’aerazione del padiglione italiano, creando al contempo un luogo di esposizione per sculture e relax per il visitatore. Le coperture e le pareti divisorie tra le sale vengono demolite, mentre i muri perimetrali sono privati dell’intonaco, lasciando a vista i mattoni.
All’interno dell’ambiente rettangolare a cielo aperto così ricavato, Scarpa inserisce una pensilina trilobata in cemento armato, sostenuta da tre sfere d’acciaio ancorate su altrettanti pilastri in calcestruzzo. I pilastri hanno una sezione a mandorla e sono rifiniti con intonaco "ruvido" e di colore leggermente rosa. La parte superiore di questi pilastri presenta un incavo che funziona come una fioriera.
Il pavimento è composto da lastre di calcestruzzo prefabbricate, disposte sia in forma quadrata che dimezzate in forma rettangolare.
I muretti che formano le aiuole perimetrali e la vasca d'acqua sono in mattoni a vista.
La funzione del cortile è quella di collegare l'uscita del corpo principale del padiglione Italia con l'entrata della sala espositiva a nord, attualmente destinata a uffici.
Progetto architettonico: Carlo Scarpa
Collaborazione alla direzione lavori e strutture: ingegneri Rossi e Wenter Marini
Fonti: Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia, Venezia; Archivio Carlo Scarpa, Roma
Fotografie ad alta risoluzione disponibili per lo studio e la ricerca.