Il controsoffitto

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Tecnologie Edilizie

Pubblicato il

29 Giugno 2023

Il controsoffitto è un’opera edile costituita da una struttura orizzontale piana posta ad una quota inferiore del solaio o del tetto. Si tratta di un’opera accessoria di tipo leggero attraverso la quale, possiamo modificare e arricchire gli ambienti in maniera rapida ed efficace.
Il suo impiego in epoca recente nasce dall’esigenza di nascondere o coprire elementi architettonici come travi, impianti elettrici ed idraulici, i quali non possono essere ospitati o annegati all’interno dei solai o nelle coperture e che quindi risulterebbero a vista. Inoltre, il suo utilizzo ha notevole caratteristiche isolanti e di carattere igienico.

Esempio di controsoffitto continuo con faretti ad incasso ed esterni
Esempio di controsoffitto continuo con faretti ad incasso ed esterni – Fonte: Pexel

In epoca meno recente, il suo impiego consisteva nella creazione di una struttura leggera formata da legno e canne intrecciate, al di sotto delle quali veniva applicato uno strato di intonaco. La flessibilità nell‘utilizzo di questo materiale, permetteva di modellare il soffitto realizzando superfici curve o di forme più complesse, come ad esempio la volta a botte e quella a vela.

Possibile intreccio di un soffitto realizzato in materiale naturale e finitura in gesso
Possibile intreccio di un soffitto realizzato in materiale naturale e finitura in gesso – Fonte: Pexel

Nella maggior parte dei casi, il controsoffitto è realizzato per ospitare, all’interno del vano che si viene a creare tra la struttura leggera ed il soffitto, uno o più impianti, come ad esempio quello di illuminazione, quello idraulico e quello di aerazione, consentendo anche l’inserimento di pannelli isolanti ad alte prestazioni, necessari per il soddisfacimento di esigenze di isolamento e comfort termoacustico.

Il rivestimento della struttura é realizzato con diverse tipologie di materiali termoisolanti e fonoassorbenti, o con caratteristiche di resistenza al fuoco, ma come abbiamo già accennato, le sue funzioni possono essere di carattere puramente estetico o di carattere tecnico, infatti al suo interno può essere inserito l’impianto di aerazione per la ventilazione meccanica, in questo caso il controsoffitto costituisce a tutti gli effetti un vano tecnico attrezzato nel quale possono essere distribuiti tubi e canalizzazioni, reti elettriche, idrauliche, telematiche, oltre anche a macchine come ad esempio l’unità di ventilazione meccanica. In tal caso sarà necessario che il controsoffitto sia ispezionabile.

Alla pari di altre opere edili presenti negli edifici, il controsoffitto dovrà rispondere ad una serie di parametri definiti dalla normativa, esso può rivelarsi un’ottima soluzione per l’adeguamento alle normative antincendio delle strutture esistenti, in quanto appositi prodotti permettono la realizzazione di un controsoffitto ignifugo e con adeguata resistenza al fuoco. Inoltre, all’interno di questo spazio, possiamo ospitare scale retrattili utili a rendere accessibili i sottotetti, o più semplicemente può essere impiegato per l’adeguamento delle altezze dello spazio. Nel calcolo dell’altezza utile di un edificio che si tratti di nuova costruzione o di edifici esistenti, sarà necessario tenere in considerazione i minimi standard abitativi definiti dalla normativa, dato che l’introduzione di un controsoffitto, determinerà una riduzione dell’altezza utile del locale.

Per altezza utile si intende, l’altezza utile totale di un piano o di un locale, rappresentata dalla distanza netta tra il pavimento e l’intradosso del soffitto o del controsoffitto. Nel calcolo dell’altezza netta utile di una stanza non vanno tenuti in considerazione le travi principali, lo spessore dei solai e/o elementi strutturali che diminuiscano la distanza utile netta del piano.

L’altezza minima standard stabilita dalla normativa per le abitazioni è di 2,70 m, mentre per corridoi, disimpegni, bagni, gabinetti e ripostigli, può essere riducibile a 2,40m.

Principali caratteristiche dei controsoffitti:

  • resa estetica;
  • adattabilità di forma, materiali, colori;
  • facilità di applicazione;
  • facilità di manutenzione;
  • facilità di impiego;
  • varietà nella scelta del materiale;
  • possibilità di alloggiamento di impianti;
  • possibilità di alloggiamento di materiali isolanti;
  • flessibilità nell’inserimento di corpi illuminanti.

Inoltre, relativamente alla sicurezza, la normativa CE stabilisce che ogni singolo elemento debba rispettare i seguenti parametri:

  • resistenza statica e dimensionale;
  • elevate prestazioni ignifughe;
  • elevate prestazioni termo acustiche;
  • elevate prestazioni igienico sanitarie.

Le tipologie di controsoffitti possono essere suddivise in numerose categorie e ciascuna di esse può offrire vantaggi e funzionalità specifiche. Le principali distinzioni possono essere:

In base alla loro conformazione, si dividono in:

  • Continuo: costituito da un unico elemento visivo, caratterizzato da un’orditura nascosta con fughe tra i giunti ricoperte se si tratta di cartongesso o in adesione tra di loro se si tratta di altri materiali, questo genere di controsoffitto risulta non ispezionabile se realizzato in cartongesso.
  • Discontinuo: i singoli elementi possono essere smontati per esigenze di ispezione e manutenzione degli impianti contenuti al suo interno.
Esempio di controsoffitto discontinuo modulare per ufficio
Esempio di controsoffitto discontinuo modulare per ufficio – Fonte: Pexel

In base alle prestazioni tecniche, si dividono in:

  • Termoisolanti e fonoassorbenti
    Presente nei luoghi pubblici come teatri, sale concerti, uffici, aule magne, ecc dove è necessario soddisfare un elevato grado di isolamento termico o acustico o talvolta entrambi. Esempi di materiali termoisolanti e fonoassorbenti sono la lana di roccia e la lana di vetro.
  • Ignifughi: si tratta di un materiale con elevate caratteristiche di resistenza al fuoco. Impiegato sia nelle abitazioni private che nei luoghi pubblici.

Può essere realizzato in metallo, legno, alluminio, tessuto, cartongesso, PVC, ecc..

In base alla resa estetica e della funzionalità, si dividono in:

  • Aperti: la loro funzione è prevalentemente estetica, dato che, non andando a formare un vano chiuso, non è possibile inserire alcun tipo di isolamento.
  • Ispezionabili: dotati di botole di ispezione, possono essere inseriti nella categoria dei controsoffitti smontabili e sono costituiti da elementi che possono essere rimossi singolarmente per accedere al suo interno in caso di ispezione.
  • Non ispezionabili: sono composti da pannelli aderenti tra di loro in maniera continuativa.
  • Cassettonati: solitamente introdotto per l’isolamento acustico. Generalmente sono costituiti da strutture di grandi dimensioni.
  • Grigliati: l’effetto è quello di un controsoffitto leggero ma continuo dato che i pannelli, realizzati in maniera modulare, aderiscono l’uno all’altro senza la necessità di inserire altri materiali nelle giunzioni.
  • Pannellati: possono essere di diversi materiali quali alluminio, acciaio, legno, fibra di gesso, PVC.
  • Tesi: realizzati anch’essi in PVC.

La maggior parte dei controsoffitti ci permette di inserire corpi illuminanti modulari, bocchette di aerazione, rilevatori di fumo, ecc..

Esempio di controsoffitto in cartongesso continuo non ispezionabile. Esempio di controsoffitto grigliato ispezionabile e controsoffitto continuo.
Foto sinistra: esempio di controsoffitto in cartongesso continuo non ispezionabile – Fonte: Pexel 
Foto destra: esempio di controsoffitto grigliato ispezionabile e controsoffitto continuo – Fonte: Pexel

Si tratta di un’intelaiatura sospesa adatta a supportare il peso dell’intera struttura, la quale può essere realizzata sia in legno, sia più comunemente in materiale metallico.

La struttura del solaio è costituita da un insieme di elementi di sostegno intelaiati (profili portanti in acciaio galvanizzato) e da una chiusura o schermatura a seconda che si tratti di controsoffittature piene o a griglia, l’intelaiatura si trova ancorata al disotto dell’intradosso di un solaio o di una copertura o lungo le pareti perimetrali.

Il suo ancoraggio avviene attraverso l’utilizzo di tasselli metallici e ganci ai quali vengono fissati i cavetti di acciaio; i pendini ed i tasselli hanno il compito di sorreggere l’intera struttura.

La schermatura è solitamente realizzata con elementi modulari, che costituiscono una griglia organizzata in maglie quadrate ad eccezione delle zone curvate dove più comunemente si modella il materiale di rivestimento.

Il controsoffitto sospeso è da realizzarsi con struttura metallica e pendini regolabili. In alcuni casi potrebbe essere necessario un controventamento realizzato anch’esso con elementi metallici (pendini), installati a 45°.

L’orditura del controsoffitto può essere nascosta, seminascosta o a vista:

  • Nascosta: la sua struttura si trova interamente al di sopra dell’ultimo strato di materiale coprente. Quest’ultimo indicherà se si tratta di un controsoffitto chiuso o aperto.
  • Seminascosta: la sua struttura è visibile soltanto parzialmente. Il metodo più comune è quello realizzato attraverso l’utilizzo di profilati a T rovescia sui quali sono posizionati pannelli modulari facilmente smontabili e ispezionabili e che permettono uno smontaggio facile e veloce nel caso di manutenzione ordinaria o straordinaria sia del controsoffitto sia degli elementi alloggiati all’interno di esso.
  • A vista: La sua struttura è totalmente visibile. Comunemente utilizzato negli uffici e in luoghi pubblici, anche se oggi viene spesso utilizzato all’interno delle abitazioni quando si vuole raggiungere un elevato livello di design. La struttura a vista consiste in una struttura in legno o acciaio al di sotto della quale vengono posizionati diversi materiali sotto forma di lamelle o altro, disposte in maniera modulare e mantenendo una trama distanziata.

Da questa suddivisione nasce la definizione di controsoffitto chiuso o aperto.

Si ha un controsoffitto chiuso quando la struttura non è visibile, in genere sono costituiti da pannelli realizzati in legno o gesso. Mentre per controsoffitto aperto si intende un controsoffitto la cui struttura è visibile e facilmente accessibile.

Esempio di controsoffitto in cartongesso con elementi continuo e orditura nascosta
Esempio di controsoffitto in cartongesso con elementi continuo e orditura nascosta – Fonte: Pexel

Tra i materiali più diffusi, sicuramente quello principale è il cartongesso che rimane in termini economici il più accessibile insieme al legno, il quale risulta decisamente più costoso, ad essi seguono il polistirolo e le fibre minerali. Il mercato dei controsoffitti offre soluzioni per qualsiasi esigenza sia di natura progettuale che estetica. Ma vediamo ora quali sono le principali caratteristiche dei controsoffitti in base alla scelta del materiale:

  • Controsoffitto in cartongesso: adatto a qualsiasi utilizzo sia commerciale che abitativo; si tratta di un materiale da costruzione molto diffuso nell’edilizia leggera ed è costituito da pannelli di gesso pressato, racchiusi all’interno di due fogli di cartone, i quali a loro volta raggiungono determinate caratteristiche prestazionali a seconda delle soluzioni adottate. Possiamo definirlo un materiale dalle caratteristiche semplici, lineari e minimali, nonché particolarmente elastico, leggero e di facile utilizzo. Le lastre si presentano sempre sotto forma di pannelli sottili di spessore variabile a seconda delle esigenze. La sua diffusione nell’edilizia è data dalla rapidità di esecuzione che il suo utilizzo consente.
    L’aggiunta di additivi può conferire al prodotto un elevato grado di durezza superficiale, resistenza meccanica e tenuta in presenza di elevati livelli di umidità; inoltre, gli additivi permettono di conferire al pannello elevate caratteristiche idrorepellenti e di resistenza al fuoco. Il gesso che compone le lastre è parzialmente disidratato al cui interno vengono inserite fibre di vetro, perlite e vermiculite.
    Grazie all’utilizzo delle lastre in cartongesso, è possibile modellare con facilità anche sagome curvilinee.
  • Controsoffitto in fibre minerali: si tratta di un prodotto contenente fibre in lana di roccia o fibre di vetro, sviluppate appositamente per la correzione acustica dei locali.
     
  • Controsoffitti in legno: attribuisce una tonalità calda nell’ambiente in cui é utilizzato, molto comune sia per abitazioni che per uffici che richiedono un tocco di eleganza in più.
    Il legno è un materiale presente in natura, di facile lavorazione e applicazione. Un controsoffitto in legno può essere realizzato utilizzando esclusivamente il legno sia per la realizzazione dell’orditura sia per il tamponamento o in alternativa si può optare per un controsoffitto misto con rivestimento in legno e orditura portante di altro materiale. Il legno costituisce anch’esso un materiale altamente isolante e si presta ad una vasta gamma di utilizzi sia abitativi che per edifici di uso civile. L’impiego del legno ha origini antiche data la facilità di reperimento del materiale.
    Il legno naturale da solo può aumentare la coibenza termoacustica del tetto o del solaio, inoltre riduce anche problemi di umidità.
    I controsoffitti in legno possono essere a pannelli a doghe o cassettonati.
     
  • Controsoffitti in alluminio e acciaio: adatti per uffici ed edifici pubblici sia per la loro versatilità che per la vasta scelta di soluzioni disponibili sul mercato. Possono variare da quelli lineari, a quelli sottili e larghi o in alternativa a celle aperte. In commercio si possono trovare anche pannelli curvilinei.
     
  • Controsoffitti in PVC: i controsoffitti in PVC hanno elevate prestazioni per quanto riguarda l’umidità nei locali e possono presentarsi sotto forma di lamelle e quadrotti, con diverse finiture superficiali quali specchi, materiale lucido, opaco, colorato, ecc..
     
  • PVC teso: è un materiale decorativo modellabile sotto l’effetto del calore. Per questa tipologia di controsoffitto, come per tutte le altre, sarà necessario progettare ad Hoc l’intera struttura, avvalendosi di fornitori e manodopera altamente specializzata.
Esempi di controsoffitto in legno
Esempi di controsoffitto in legno – Fonte: Pexel
Esempio di controsoffitto modulare con luce integrata
Esempio di controsoffitto modulare con luce integrata – Fonte: Pexel

Il controllo e la manutenzione di tutte le opere edilizie è importante per la salvaguardia dell’ambiente e dell’incolumità delle persone.

Ma quali sono i controlli necessari che devono essere effettuati durante un’ispezione o una verifica dello stato di salute di un controsoffitto? Iniziamo col dire che i controlli nascono già in fase di progettazione e durante l’esecuzione della lavorazione, ad ogni modo sarà fondamentale tenere in considerazione le seguenti verifiche:

  • controllo stabilità delle lastre;
  • controllo del sistema di ancoraggio della struttura, come ad esempio il numero di pendinature presenti;
  • controllo degli interassi della struttura;
  • verifica che durante la fase di installazione, l’installatore abbia eseguito a regola d’arte il fissaggio di ogni componente in base alle disposizioni della scheda tecnica fornita dal produttore;
  • presenza di fessurazioni, difetti, distacchi, deformazioni, rotture e/o cedimenti della struttura o dei pannelli di chiusura;
  • presenza di pesi accidentali posti al di sopra delle lastre;
  • corretta esecuzione del posizionamento dei corpi illuminanti.

Le principali cause di crollo totale o parziale di un controsoffitto possono essere:

  • presenza di fattori esterni che possono compromettere le prestazioni garantite sia dal produttore che dall’installatore come, ad esempio, infiltrazioni consistenti dai piani superiori o dalle coperture;
  • manutenzione non idonea o scarsa;
  • esecuzione non a regola d’arte durante il processo di installazione;
  • decadimento o invecchiamento dei materiali.
Esempio di pendinatura irregolare di un controsoffitto ancorato a parete e soffitto con un uso improprio di parti residue di telaio. Viti e tasselli di ancoraggio non idonei
Esempio di pendinatura irregolare di un controsoffitto ancorato a parete e soffitto con un uso improprio di parti residue di telaio. Viti e tasselli di ancoraggio non idonei.

Il rischio sismico viene determinato dalla combinazione di 3 fattori quali: pericolosità, vulnerabilità ed esposizione.

  1. Pericolosità = forza e frequenza di un terremoto.
  2. Vulnerabilità = capacità di reazione della struttura in base ai danni che può subire durante un evento sismico, data una determinata densità.
  3. Esposizione = natura dell’elemento esposto (come ad esempio beni culturali, storici artistici all’interno di un museo) e delle persone, dovuto alla densità abitativa sia che ci si riferisca ad un edificio di pubblico utilizzo sia che ci si riferisca ad un edificio privato.

Durante la fase di progettazione va tenuta in considerazione la destinazione d’uso dell’edificio che si tratti di un luogo pubblico o privato, in entrambi i casi è nella facoltà del progettista la realizzazione di edifici resilienti ai sismi, tale resilienza si raggiunge attraverso un’adeguata progettazione nonché attraverso l’utilizzo di materiali idonei, con elevate caratteristiche di resistenza alle sollecitazioni; caratteristiche necessarie a renderli operativi sia durante che successivamente all’evento catastrofico.

La normativa antisismica regola i requisiti minimi di verifica delle componenti di un edificio, compresi i controsoffitti.
Tutti gli elementi primari e secondari, strutturali o non strutturali insieme agli impianti, devono essere tenuti in considerazione durante la fase di progettazione.

Tali considerazioni valgono anche per i controsoffitti; infatti, quando un edificio é sollecitato da una scossa, sia che ci si trovi all’interno di un ufficio, un ospedale una scuola o una abitazione, la caduta di materiale dal soffitto, può pregiudicare la sicurezza e l’incolumità degli oggetti e delle persone, basti sapere che anche i materiali dovranno avere una determinata resistenza meccanica.

Cos’è la resistenza meccanica o tensione di rottura? si indica con resistenza meccanica lo sforzo massimo a cui un determinato materiale è in grado di resistere prima che si verifichi la sua rottura.

L’illuminazione del controsoffitto rappresenta un aspetto fondamentale nella progettazione di un ambiente. A seconda della tipologia di illuminazione che si andrà ad integrare, si possono ottenere innumerevoli effetti luminosi. Gli effetti luminosi contribuiscono da sempre nella trasformazione di uno spazio, conferendo all’ambiente un aspetto unico, originale ed accogliente.

Una prima distinzione sull’illuminazione va fatta a seconda che si tratti di fonti luminose naturali o artificiali. In entrambi i casi le luci naturali e artificiali possono essere distinte tra fonte di illuminazione diretta e indiretta.

Le fonti dirette di illuminazione emettono un flusso luminoso più diretto verso un oggetto o una determinata area limitata, talvolta però possono risultare molto intense in alcuni punti e quasi nulle in altri, generando così un contrasto netto tra le zone illuminate e quelle in ombra. Un esempio di fonti di illuminazioni dirette sono i faretti fissi o apparecchi luminosi downlight. Si tratta di apparecchi direzionali, in quanto il fascio di luce emessa è diretto verso il basso o verso un oggetto specifico, proviamo a pensare ad esempio ad un’opera d’arte all’interno di un museo sulla quale é effettuato uno studio illuminotecnico attraverso il quale con adeguate fonti di luci direzionali, si può mettere in risalto l’opera andando a definire anche la percezione che l’occhio umano avrà su di essa.

Negli ambienti di lavoro, le luci dirette sono consigliate qualora si svolgano delle mansioni che richiedono particolare attenzione, si pensi ad un laboratorio dove sono realizzati componenti di piccole dimensioni, sulle quali sarà necessario avere una fonte di luce diretta. In tal caso oltre all’illuminazione diffusa proveniente dal controsoffitto, sarà necessario integrare nelle postazioni lavoro, fonti di luce artificiali dirette.

Una luce indiretta invece, risulterà più diffusa, garantendo un’illuminazione omogenea in tutta la stanza, infatti questa tipologia di illuminazione, consente di distribuire la luce in maniera uniforme in tutto l’ambiente. Ad oggi la luce indiretta, rappresenta la soluzione migliore per gli uffici, dove è richiesto un elevato livello di concentrazione che garantisca lo svolgimento delle mansioni durante le ore lavorative. Le luci indirette sono molto utilizzate anche in magazzini o alternativamente in ospedali, scuole, ecc insomma in quei luoghi dove si vuole creare un ambiente caldo ed accogliente.

Un’ulteriore distinzione può essere fatta a seconda della tonalità dei colori emessi dalla luce, i quali possono essere distinti in luce calda, luce naturale e luce fredda. Le fonti luminose sono percepite dall’occhio umano attraverso una scala della temperatura del colore della luce definita in gradi Kelvin (K). Tale gradazione è rappresentata da una scala di colori che va dal rosso/arancione, passando per il bianco sino ad arrivare al blu. Più si è vicini al rosso e più la luce viene considerata calda, se la gradazione invece è vicina al bianco, possiamo considerarla neutra, mentre avvicinandoci al blu, la luce è considerata fredda.

Esempio di illuminazione diffusa modulare e diretta su binario.
Esempi di illuminazione diffusa modulare e diretta su binario – Fonte: Pexel

Tagli di luce: sono dei veri e propri tagli, nei quali con l’utilizzo di un profilo in alluminio, sono inserite delle strisce led che percorrono l’intera lunghezza del taglio.

Gola: la gola è creata da una rientranza nel controsoffitto nella quale é posizionata una striscia led.

Controsoffitto galleggiante: si tratta di un controsoffitto appeso, le cui dimensioni possono essere simile a quelle della stanza o in alternativa se si tratta di una porzione di controsoffitto, lo spazio sarà molto vicino alla parete creando una zona di piccole dimensioni, nella quale posizionare il corpo illuminante, quest’ultimo proietterà la sua luce verso la parete, creando un effetto di diffusione della luce.

Il cartongesso offre molteplici soluzioni che possono essere adottate sia in funzione dei volumi che si andranno a creare, sia a livello luminoso; la sua versatilità consente di diversificare più facilmente l’effetto luminoso che si vuole ottenere, senza però dover ricorrere all’utilizzo di altri elementi luminosi quali applique, plafoniere o lampadari a sospensione, i quali in mancanza di un’adeguata illuminazione proveniente dal controsoffitto, potrebbero risultare necessari per il raggiungimento dei livelli minimi di comfort stabiliti dalla normativa. Il controsoffitto in cartongesso può ospitare qualsiasi tipo di illuminazione, dal LED alle luci puntiformi.

A seconda delle necessità, il controsoffitto può essere integrato con: faretti fissi, regolabili, ad incasso, esterni, Luce LED, lampadari, plafoniere, ecc. Qualsiasi sia la soluzione, è importante armonizzare gli elementi tra di loro creando un connubio perfetto tra forme, geometrie, funzionalità, materiale ed illuminazione.

Esempio di controsoffitto con gole luminose e spotlight integrati e armonizzati insieme
Esempio di controsoffitto con gole luminose e spotlight integrati e armonizzati insieme – Fonte: Pexel

Negli uffici e in qualsiasi ambiente di lavoro, la normativa stabilisce che l’illuminazione debba essere sufficiente e che garantisca un adeguato contrasto in base alle mansioni che si dovranno svolgere.

Le postazioni di lavoro devono essere correttamente illuminate ed indirizzate verso le fonti di luci sia naturali che artificiali. Ma a differenza delle abitazioni, gli uffici richiedono accorgimenti particolari, dato che dovrebbero garantire elevati standard di qualità necessari proprio allo svolgimento del lavoro in una situazione ottimale di comfort, ad esempio si provi a pensare al caso in cui il lavoro venga svolto utilizzando apparecchiature tecnologiche/videoterminali; in questo caso sarà necessario garantire un livello di illuminazione tale da evitare qualsiasi affaticamento degli occhi o abbagliamento dato dal posizionamento e dall’intensità della fonte luminosa. La luce negli ambienti di lavoro deve garantire una distribuzione omogenea dell’illuminazione facilitando la concentrazione e agevolando al meglio la produttività senza arrecare disturbi al lavoratore.

Negli uffici e negli ambienti di lavoro è molto comune l’utilizzo dei controsoffitti modulari; nella maggior parte dei casi, i moduli sono disposti in maniera lineare alternata e possono essere direttamente installati nell’intelaiatura attraverso diversi metodi di incastro.

Esempio di controsoffittatura modulare con luce modulare integrata e impianto aerazione – Fonte: Pexel
  
Che si tratti di cartongesso, legno, PVC, PVC teso o altri materiali, il controsoffitto è un elemento versatile dalle prestazioni molteplici e può essere definito anche in base alla tipologia di illuminazione che in esso si andrà ad integrare. Il suo utilizzo fornisce numerosi vantaggi e si possono ottenere innumerevoli risultati sia funzionali che estetici.

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