Il patio
Continuum tra ambiente interno ed esterno
Dalla domus romana alla casa con patio contemporanea
La tipologia della casa con patio trova origine nell’epoca romana con la Domus Pompeiana. Si tratta della matrice che ha generato innumerevoli varianti di casa con patio nel corso degli anni. È in questo periodo infatti, che si suole costruire le abitazioni dei personaggi più abbienti, secondo un modello prestabilito, in grado di assicurare un maggior livello di privacy all’interno del contesto urbanizzato.
Tale modello abitativo era caratterizzato da un volume di due piani fuori terra, poche aperture in facciata, pianta rettangolare e due ingressi di cui uno principale ed uno secondario. Gli ambienti erano distribuiti attorno ad uno spazio centrale denominato atrium che costituiva la zona d’accesso pubblico alla casa ed ospitava al centro una vasca, l’impluvium, ove convergeva l’acqua piovana in entrata dal compluvium, una specifica apertura del tetto.
Di fianco sorgeva il tablinum, un salone in cui il padrone di casa accoglieva chi andava a fargli visita. A seguire, si trovava il perisitlium, porticato con annesso giardino interno, su cui si affacciavano lo studio, il salone per le occasioni importanti, le camere da letto, la sala da pranzo e lo spazio riservato alla preghiera.
Con il trascorrere del tempo ed il mutare della struttura socio-economica, la domus romana subirà alcune modifiche progressive che determineranno l’affermarsi di conformazioni diversificate a seconda del tempo e del luogo specifici. Nonostante ciò, alcuni caratteri ricorrenti permetteranno di riconoscere nelle versioni seguenti, lo schema originario.
La prima novità è caratterizzata dall’incremento volumetrico all’interno dello spazio centrale, determinato dalla necessità di ricavare nuovi ambienti abitabili mantenendo invariati gli ingressi. In un secondo momento, si assisterà ad un progressivo sviluppo in altezza dell’edificio per le medesime ragioni. Il terzo fattore innovativo riguarda l’inserimento di locali commerciali lungo il lato di passaggio: questo elemento andrà a modificare inevitabilmente il fronte delle domus. Gli avvenimenti storici del periodo tardoantico, sono determinanti per lo sviluppo e il cambiamento degli schemi abitativi diffusi rispettivamente nell’area medio orientale ed in quella occidentale. Tuttavia, seppur il luogo e le necessità cambino considerevolmente, il modello della domus romana permane nell’articolazione delle residenze.
Nella cultura araba ad esempio, l’abitazione tipo è dotata di uno o più patii dalle dimensioni generose dove si svolgono le attività più importanti. Tutti gli ambienti si affacciano su questo spazio che al centro ospita una vasca d’acqua e costituisce il cuore pulsante della casa. Ancora oggi è possibile ammirare i favolosi riad così strutturati. Inoltre, nell’area mediterranea in questo periodo, talvolta si assiste ad una progressiva frammentazione delle ali del portico che ha da sempre caratterizzato il peristilio delle abitazioni originarie.
Si tratta di un cambiamento strutturale dettato da specifiche esigenze che causano anche una variazione della destinazione d’uso degli spazi ed un concetto che si discosta dall’idea di abitazione monofamiliare.
Nel corso del Medioevo la situazione cambia radicalmente: le domus dei più abbienti lasciano posto al castello del Signore della città. La nuova residenza tuttavia, conserva un cortile interno che adempie ad innumerevoli funzioni, diventando persino rifugio per le popolazioni in caso di attacchi bellici. La concezione di abitazione per le classi più agiate, diventa di fondamentale importanza per l’affermazione sociale della famiglia.
Da questo momento gli edifici residenziali assumono grande valore e durante il Rinascimento concorrono con l’imponenza dei palazzi pubblici preesistenti. L’originaria funzione di abitazione come luogo di raccolta e nucleo della vita familiare muta lasciando spazio al significato simbolico legato alla potenza di un unico individuo. Nonostante ciò, la conformazione spaziale subisce poche modifiche, mantenendo per lo più la classica planimetria rettangolare dotata di corte aperta interna e centrale. Quest’ultima ospitava fontane e veri e propri giardini progettati con cura e minuzia, al fine di costituire motivo di vanto per il Signore che ne era possidente.
Nei decenni successivi, si riscontra un calo dell’impiego di tale soluzione e la corte interna viene ripresa intorno agli anni 20 del ‘900 con una nuova accezione. Si diffondono complessi di celle abitative organizzate in veri e propri isolati residenziali che assumono la conformazione a C e ad L. In questo periodo l’obiettivo è quello di fondere i modelli tradizionali e l’innovazione con una particolare sensibilità all’aspetto sociale, incrementato dalla condivisione di spazi semi pubblici, le corti per l’appunto.
Oggi spesso, l’antico impianto che presentava la corte delimitata dagli ambienti interni ha lasciato posto a cellule abitative aperte su più lati rispetto al contesto e delimitate da cancelli o muretti privati.
È evidente come, con il trascorrere dei secoli, la società mutevole e le sue specifiche esigenze determinino i cambiamenti dello schema abitativo. L’architettura è per questo, specchio fedele della realtà socio-economica di un tempo preciso, dove tuttavia è possibile riscontrare caratteristiche costanti che ne assicurano una certa continuità. Ieri come oggi ad esempio, il patio interno rappresenta un elemento molto ambito, in grado di garantire comfort e benessere psico-fisico all’individuo.
Studi e realizzazioni della casa con patio moderna
Nel corso della storia, la tipologia della casa con patio è stata al centro di studi e dibattiti sostenuti da architetti ed ingegneri. I primi esperimenti risalgono all’inizio del ‘900 quando alcuni esponenti del Movimento Arts and Craft diedero vita ad alcune soluzioni abitative dotate di corte interna. Il primo esempio di aggregazione di singole cellule invece, è stato proposto nel 1904 da Tony Garnier con la sua “Citè Industrielle” ma si limita ad ipotesi rimaste cartacee. In realtà, lo schema diffusosi oggi è stato messo a punto negli anni ’20 e ’30, durante il periodo razionalista in Germania, dall’architetto Hugo Häring.
La soluzione reinterpretava lo schema della casa a schiera, tenendo presenti le caratteristiche del luogo e le necessità sociali del momento. Negli anni successivi, si fa sempre più strada il concetto di utilizzare la corte aperta come prolungamento diretto dello spazio interno. Il modello riscuote un discreto consenso grazie al basso costo di realizzazione, l’alta densità e la vivibilità ottimale.
In territorio italiano, si distinsero gli architetti Marescotti e Pagano che intorno al 1940, proposero alcune sperimentazioni della tipologia distributiva ad L, con soluzioni che prevedevano il raggruppamento di più case a corte. Si trattava di residenze monofamiliari tutte uguali ed affiancate a coppia con le corti comunicanti ma divise da un diaframma, nelle quali veniva ripresa l’idea di sfruttare il più possibile gli spazi aperti. Tali studi costituiscono solo la premessa della successiva attività di ricostruzione post-bellica che diede un ruolo centrale alla casa con corte ad alta densità abitativa. Nel 1952 Adalberto Libera con il programma INA-CASA, dotò il quartiere Tuscolano a Roma, di un complesso abitativo generato dalla tipologia a corte (vedi il progetto qui).
Gli appartamenti, studiati secondo quattro tagli differenti, erano in grado di ospitare fino a otto persone. Le zone limitrofe, i passaggi ed i collegamenti costituivano aree di sosta e d’incontro, al fine di favorire la socializzazione tra gli abitanti del quartiere. Nonostante l’interessante risultato, negli anni successivi in Italia, all’abitazione con patio veniva preferita la tipologia plurifamiliare isolata o contigua ad altre simili, a basso costo e sviluppata in altezza.
A partire da questo momento, la casa a patio viene sviluppata come tipologia unifamiliare di prestigio e viene interpretata come una via di fuga dal caos del tessuto urbano. Ne è un celebre esempio, la Row House di Tadao Ando, realizzata ad Osaka nel 1976: rifacendosi alla tradizione giapponese, la casa si presenta come una scatola ermetica che tuttavia nasconde al suo interno, un piccolo patio aperto.
L’originalità della soluzione consiste nell’importanza fondamentale della corte che occorre percorrere qualora si voglia passare da un ambiente all’altro. Si tratta di un “passaggio obbligato”, grazie al quale è possibile ristabilire un rapporto con la natura e con lo spazio aperto che costituisce anche il punto focale della residenza. Sempre opera di Ando è la Kidosaki House, villa privata costruita tra il 1985 e il 1986, dove lo spazio assume una complessa articolazione e si snoda attorno alla corte interna sviluppata su più livelli. Materiali grezzi, tinte neutre ed eleganza si fondono in un connubio di pace e silenzio, distante dalla frenesia cittadina.
Patio come continuum interno-esterno – Tadao Ando, Kidosaki House, 1985-1986
Fonte: www.architectboy.com
Ed è sempre il Giappone che si fa testimone della buona riuscita di progetti di case a corte: in questo caso le Nexus World Housing a Fukuoka. Nel 1991 Rem Koolhaas&partners progettano alcune case individuali in occasione del piano di rinnovamento urbano. Ne risultano due blocchi di 12 alloggi ciascuno, dotati di ampi patii su cui si sviluppano gli ambienti distribuiti su tre piani. Qui, la corte è l’unica risorsa di aria e luce per le abitazioni.
Tipologie di patio e caratteristiche
Come accennato precedentemente, il patio spesso viene associato alle residenze private dove riveste il ruolo di cortile o giardino sul quale si affacciano gli ambienti interni.
Si tratta di una considerazione erronea in quanto in passato, tale spazio interno all’edificio ha trovato impiego in altre tipologie architettoniche. Basti pensare ai conventi medievali e ai loro chiostri circondati da quattro ali colonnate, lungo le quali si distribuivano le stanze monastiche. Anche gli ospedali degli ordini cavallereschi sono un illustre esempio di complessi dotati di cortili centrali. In questo caso lo spazio era sfruttato come vera e propria farmacia dotata di laboratorio, magazzino e piccolo orto botanico per la coltivazione delle erbe officinali.
Il concetto di patio oggi è il frutto dei cambiamenti del tempo ma conserva alcune connotazioni originarie.
È possibile distinguere tra patio esterno ed interno. Il primo è completamente scoperto e talvolta presenta coperture flessibili e facilmente removibili, il secondo invece costituisce una sorta di “giardino privato” inserito all’interno della casa e completamente coperto. Quest’ultima tipologia, di solito si colloca nel nucleo centrale dell’abitazione e costituisce un elemento di carattere prevalentemente estetico, dove vengono inserite specie vegetali ornamentali ed elementi decorativi. Si tratta di una soluzione più spesso riscontrabile in ville e residenze di un certo valore, dove riveste la duplice funzione di garante di luminosità ed elemento esteticamente pregevole. In Asia, il giardino coperto appartiene alla tradizione e sin dai tempi più antichi viene considerato fattore integrante dell’abitazione, spazio zen in cui estraniarsi dal frastuono delle caotiche città.
Vista del patio interno – Hopper House, AHL Architects, Hanoi (Vietnam)
Fonte: www.elledecor.com
Viste del patio interno decorativo – Nishinoyama House, Sanaa Kazuyo Sejima & Associates, Giappone
Fonte: Kazuyo Sejima & Associates
Per quanto riguarda il patio collocato nello spazio esterno adiacente alla residenza, esso è più diffuso e richiede maggiore attenzione nelle scelte progettuali e nella gestione futura. Trattandosi di un’area all’aperto, esposta alle intemperie, occorrerà optare per specie vegetali ed arbustive adatte al clima locale e per materiali idrorepellenti e resistenti agli agenti atmosferici.
Inoltre, qualora si voglia inserire una copertura anche solo parziale nello spazio, è fondamentale munirsi della documentazione e dei permessi necessari prima di procedere alla costruzione di qualsiasi elemento fisso. Mentre il patio interno costituisce un blocco intimo ed immerso negli ambienti di casa, quello sfruttato come corte all’aperto, rappresenta un vero e proprio continuum tra residenza e spazio esterno. Il giardino diventa estensione degli spazi abitativi e costituisce un valore aggiunto nel contesto urbano dove il rapporto natura-edificato è ormai andato perduto. Per questo motivo, il patio viene sfruttato come area funzionale, di ritrovo e relax.
È possibile fare una seconda distinzione in relazione all’apertura del patio rispetto al contesto. Parliamo di patio chiuso qualora lo spazio aperto di pertinenza alla residenza non preveda alcun contatto diretto con il tessuto urbano circostante. Se invece, il patio si relaziona allo spazio pubblico attraverso una recinzione apribile o si connette fluidamente con esso grazie all’assenza di diaframmi, avremo a che fare con patii semi aperti e aperti. La scelta tipologica è sempre frutto di necessità specifiche, dettate da contesti socio-economici differenti.
SCHEMA TIPOLOGIE PATIO
Abbiamo constatato come la tipologia abitativa della casa con patio abbia subito innumerevoli cambiamenti nel corso della storia, tuttavia, è possibile ancora oggi rintracciare alcune caratteristiche che si sono mantenute costanti nel tempo.
- L’INTROVERSIONE
Lo schema distributivo della casa a patio possiede una pianta regolare e chiusa con uno spazio aperto centrale sul quale si affacciano gli ambienti interni. I lati minori possiedono poche aperture in facciata e l’unico elemento di raccordo con il contesto è rappresentato dall’ingresso dell’abitazione. Per questo motivo, tale soluzione edilizia è stata considerata da sempre risultato della necessità di privacy e di una riservatezza quasi anti urbana. La casa con patio costituisce così un vero e proprio microcosmo indipendente all’interno del tessuto urbano. - LE DIMENSIONI
Il patio è la porzione di terreno situata in posizione centrale e racchiusa dagli ambienti della residenza. La corte dev’essere abbastanza grande da poter essere riconoscibile come spazio aperto di pertinenza, ma non troppo, al fine di mantenere la sua identità di area interna. Il criterio guida utilizzato in progettazione per ottenere un buon risultato, consiste nel mantenimento delle proporzioni tra la misura dell’area e l’altezza del volume che la circonda. - I CONFINI CON L’ESTERNO
La casa a corte è costituita da residenza e patio che insieme occupano la totalità della superficie. Sono totalmente assenti spazi residuali e la proprietà privata è limitrofa allo spazio pubblico. A seconda della scelta tipologica, il patio può essere più o meno permeabile rispetto al contesto (patio chiuso, semi chiuso, aperto). - L’ACCESSIBILITA’
L’ingresso della casa con patio costituisce l’unico elemento di raccordo tra il contesto e gli ambienti più intimi della residenza. Esso può trovarsi in corrispondenza della zona giorno o nel passaggio tra la stessa e la zona notte. Nel caso di complessi di case a patio, la posizione dell’entrata alla dimora interna, determinerà la conformazione aggregativa delle residenze. - AMBIENTE URBANO COMPATTO
Poiché le unità residenziali hanno fronti con poche aperture funzionali, le case a corte possono essere accostate direttamente tra loro attraverso le pareti cieche. Nei complessi realizzati nel corso della storia, le case monofamiliari a corte occupano isolati in cui convivono residenze, spazi verdi privati (patii), spazi verdi pubblici e percorsi di raccordo. Tale sistema genera un tessuto urbano compatto e favorisce la socialità. - CONDIVISIONE
Nella casa a corte contemporanea, l’idea di introversione viene smorzata e lascia spazio al concetto di condivisione e di scambio sociale, garantendo comunque un buon livello di privacy. Questo cambiamento pratico nasce da una visione dell’abitare sempre meno privatistica rispetto al passato.
I vantaggi della casa a patio
Nel corso della storia, la casa a patio ha trovato la sua massima diffusione nel territorio del mediterraneo, dove il clima mite favoriva lo sfruttamento dello spazio privato aperto. Tuttavia, negli ultimi decenni è stato riscontrato un interesse crescente per tale tipologia residenziale anche nell’area più settentrionale d’Europa.
La necessità è quella di vivere in spazi a misura d’uomo, con porzioni di verde pertinenziale e comune. Inoltre, il patio rappresenta una soluzione vantaggiosa anche dal punto di vista termo igrometrico. Infatti è un’ottima soluzione per raffrescare le residenze collocate nei territori caldi ed allo stesso tempo, permette di trattenere il calore e la luce nelle zone più fredde. A tal fine è opportuno operare le migliori scelte materiche e morfologiche in relazione al luogo in cui ci si trova, ricordando che le superfici chiare riflettono i raggi solari e scaldano meno, quelle scure al contrario, assorbono di più il calore.
Qualora le dimensioni lo permettano, l’inserimento di specie arboree di basso e medio fusto, permetterà di raffrescare la zona aperta e di creare spazi ombreggiati che favoriranno lo sfruttamento del patio durante la stagione estiva. Nel corso delle ore diurne, viene a crearsi un vero e proprio scambio di aria calda e fresca, immagazzinato rispettivamente nelle zone esposte al sole e in quelle all’ombra. Durante la notte invece, l’aria calda in eccesso tenderà a salire e ad essere sprigionata nell’aere. In questo modo l’aria sarà più salubre e si creerà un microclima ideale per il benessere del fruitore.
Per quanto riguarda l’aspetto illuminotecnico, la presenza del patio costituisce un plus valore in termini di qualità della luce. Qualora il patio sia circondato da vetrate, la luce filtra facilmente durante le ore diurne, contribuendo al risparmio energetico e favorendo il benessere psico-fisico del residente. Infatti al contrario, gli ambienti che non godono di una buona illuminazione causano stress visivo con ripercussioni sulla salute dell’individuo. A tal fine è indispensabile tenere in considerazione l’orientamento dell’edificio: l’asse sud-est e sud-ovest garantisce l’esposizione ai raggi solari tutto l’anno, mentre quello a nord vive di luce riflessa, meno profonda ma distribuita più uniformemente negli ambienti interni.
La diffusione della luce naturale negli ambienti inoltre, funziona da elemento di raccordo e di equilibrio tra lo spazio aperto e la residenza vera e propria. Attualmente, nonostante il suo grande potenziale, la casa a patio non viene impiegata in larga misura a causa dei piani urbanistici che tendono a favorire tipologie edilizie a costi di realizzazione ridotti. Tuttavia, questo tipo di soluzione oltre a garantire un’alta densità con uno sviluppo di tipo orizzontale, assicura un’ottima vivibilità. Infatti è in grado di coniugare i vantaggi delle ville monofamiliari alle necessità di un grande bacino di utenza, diventando un modello accessibile e non più elitario come un tempo. Oggi è comunque possibile rintracciare soluzioni che prevedono l’aggregazione di varie tipologie di case a patio, più o meno aperte verso l’esterno.
Schemi di aggregazione di case con patio chiuso, semichiuso e aperto (click sull’immagine per ingrandire)
Schemi grafici Chiara Del Core
La casa a patio contemporanea
Origini antiche, peculiarità salde nel passato, la casa a corte oggi costituisce una tipologia edilizia di tipo privato. Il patio interno estetico è un elemento che si trova soprattutto nelle abitazioni singole di una certa valenza architettonica. Si tratta di una soluzione che attinge dalla tradizione ma si plasma sui gusti odierni e mutevoli.
Lo spazio aperto funzionale invece, occupa un’area pertinenziale alla casa, interpretata come fulcro vitale della vita familiare. Spesso si favoriscono ampie vetrate per consentire alla luce naturale di filtrare dentro e per assicurare continuità, come se il patio fosse il proseguimento spontaneo di un soggiorno o di una cucina.
Dal punto di vista pratico, questa peculiarità permette di sfruttare uno spazio che altrimenti risulterebbe puramente estetico. Durante la stagione estiva, lo svolgersi della vita quotidiana può trovare un’alternativa agli ambienti chiusi di casa, mentre nel corso dell’inverno, la corte diventa necessaria per il miglioramento del microclima e dell’intensità luminosa.
Nella progettazione del patio, occorre prestare alcune attenzioni fondamentali alla buona riuscita del complesso residenziale. Vediamo di seguito quali sono i criteri da seguire.
LA COPERTURA
La percentuale di superficie coperta del patio ne determina la tipologia. Parliamo di patii chiusi in presenza di verande o coperture totali ed amovibili, di patii semiaperti qualora elementi flessibili coprano aree superficiali parziali e di patii aperti in assenza di coperture. Parliamo di tutte quelle strutture quali gazebo e pergolati, inserite al fine di ombreggiare piccole zone funzionali e di massimizzarne l’uso. L’una o l’altra scelta dipende dalle necessità e dal gusto personali: se il patio al chiuso si può sfruttare tutto l’anno ed è parte integrante degli ambienti interni, lo spazio all’aperto restituisce la sensazione impagabile di trovarsi a contatto con l’ambiente circostante. Oggi, il mercato offre innumerevoli soluzioni per schermare le aree esposte al sole: si va dalle classiche tende, alle tensostrutture, per finire con le soluzioni tecnologiche più innovative che prevedono elementi lamellari regolabili in altezza ed inclinazione attraverso un comodo telecomando.
I DIAFRAMMI VERTICALI E I PAVIMENTI
Le case a patio più ambite presentano ampie vetrate che permettono alla luce di fluire negli ambienti interni. La scelta della tipologia del serramento è guidata dal desiderio di rendere più o meno permeabile la corte rispetto alla residenza. C’è infatti la possibilità di optare per vetrate scorrevoli in grado di sostituire l’intero muro di separazione, aprendo totalmente la casa verso l’esterno.
Per quanto riguarda le pavimentazioni, occorre scegliere con cura i materiali tenendo presente la funzione della zona specifica e l’esposizione agli agenti atmosferici. Ad esempio, un’area soggetta al camminamento dovrà essere resistente all’usura, antiscivolo e sicura, mentre uno spazio adibito al relax sarà preferibile di colore chiaro cosicché i raggi solari vengano riflessi evitando l’eccessivo riscaldamento. Qualora nel patio siano previsti inserti puramente decorativi, sarà perfetta l’erba sintetica o quella vera, dalla manutenzione più impegnativa ma dai maggiori benefici. È possibile anche utilizzare più materiali di finitura distinti a seconda dell’uso: ad esempio, un passaggio fluido da pavimentazione ad erba o ghiaia garantirà un risultato esteticamente piacevole.
GLI INSERTI VERDI
L’elemento verde in progettazione è sicuramente un valore aggiunto in grado di fare la differenza dal punto di vista ambientale e del comfort psico-fisico. Come sopra accennato, è possibile ricorrere a soluzioni artificiali che semplificano la manutenzione nel corso del tempo, anche se le specie naturali restituiscono benefici impagabili. Gli elementi vegetali possono essere inseriti a pavimento, in appositi vasi o a riempimento di pergolati e pareti.
L’orientamento del patio e il clima locale sono fattori determinanti nella scelta del verde ma in ogni caso è preferibile optare per tipologie che richiedono una gestione semplice e resistono alla luce solare diretta. Per quanto concerne la posizione di piante e arbusti di medio-bassa altezza, è preferibile collocare le specie di dimensioni più consistenti lungo il perimetro del patio e quelle più piccole davanti, al fine di dare la giusta profondità ampliando la percezione spaziale. Grazie all’apporto del verde, la corte privata diventa così un vero e proprio microcosmo tra natura ed elemento costruito. I vantaggi che ne derivano sono molteplici: oltre a rendere l’ambiente più accogliente e piacevole, i fruitori godranno di benefici fisici, mentali ed ambientali.
L’ELEMENTO IDRICO
Qualora il patio venga sfruttato come proseguimento degli spazi interni di casa, dovrà far fronte ad esigenze di tipo funzionale ed estetico. Come l’inserimento di piante e fiori contribuisce in modo consistente alla vivibilità dello spazio, l’aggiunta dell’elemento acqua ne caratterizza un plus valore. A determinare la consistenza dell’intervento, saranno le dimensioni del patio e le necessità dei residenti: in spazi ampi potrà essere inserita anche una piscina privata per coloro che vogliono sfruttare il patio come giardino per l’estate. Nel caso di aree contenute, anche solo un dettaglio come una fontana o una piccola vasca d’acqua, può contribuire al miglioramento del micro-clima domestico e alla creazione di un’atmosfera piacevole.
ILLUMINOTECNICA
Al fine di sfruttare al meglio il patio anche durante le ore serali e notturne, occorrerà dotarlo di una corretta illuminazione artificiale. Se sono previste zone con diversa destinazione d’uso, sarà opportuno dotarle di un’intensità luminosa differente a seconda della necessità: ad esempio, in presenza di piani d’appoggio per il consumo dei pasti o per il lavoro è necessaria una luminosità maggiore rispetto alle zone relax per le quali sarà perfetta la luce soffusa. A tal fine è bene scegliere apparecchi di diversa tipologia e potenza: faretti ad incasso nel pavimento per i percorsi, lampioncini in corrispondenza di fulcri funzionali e ancora funghi luminosi che oltre ad illuminare scaldano l’ambiente esterno rendendolo fruibile anche durante i periodi più freddi.
6 – I MATERIALI
La progettazione di un ambiente esterno implica alcune attenzioni in più in termini di scelta dei materiali, infatti essi devono resistere maggiormente all’usura del tempo e degli agenti atmosferici. Per quanto riguarda le finiture di pavimenti e pareti, si va dal legno trattato ai materiali compositi, fino al cemento grezzo ed alla resina. Gli arredi ed i complementi più impiegati invece, sono quelli in acciaio e plastica. Se la scelta ricade sul legno naturale (rattan, midollino) più pregiato e dalla migliore resa estetica, è consigliabile collocare l’arredo in posizione coperta e riparata dalle intemperie al fine di preservarne la qualità.
- LEGNO
La tipologia più impiegata è quella del teak, utilizzato da sempre in campo nautico grazie alla sua resistenza all’azione degli agenti atmosferici. È possibile sceglierlo nel formato di doghe per rivestire pavimenti, camminamenti e zone funzionali. - WPC
Si tratta dei materiali compositi, diffusisi perché sono una valida alternativa al legno naturale. Generati dalla fusione di fibre naturali e polimeri termoplastici, resistono meglio all’usura del tempo e richiedono una ridotta manutenzione. - CEMENTO
È un materiale che si presta bene alla pavimentazione esterna poiché con un minimo spessore si possono rivestire le superfici evitando di demolire strutture già esistenti. In questo modo inoltre, il livello del pavimento interno e di quello esterno rimangono invariati preservando gli ambienti di casa dal pericolo di confluenza dell’acqua piovana proveniente dall’esterno. La versatilità, la velocità di posa e la durevolezza, rendono questo materiale uno dei più utilizzati negli ambienti esterni. Oltre alla gettata continua, è possibile optare per blocchi decorativi, lastre e mattonelle, così da soddisfare svariate esigenze. - GOMMA RICICLATA
Alcuni tra i vantaggi delle pavimentazioni in gomma riciclata si possono riscontrare nella sostenibilità del prodotto, nella facilità d’installazione e nella sicurezza in quanto non si modificano in caso di urti improvvisi. Inoltre, ha una lunga durabilità nel tempo. È ottimale nelle zone limitrofe alle piscine.
Qualora il patio costituisca un continuum tra residenza ed esterno, l’arredo che andrà a completare il progetto del patio privato, dovrà seguire lo stile e le scelte tipologiche effettuate per gli interni. I materiali più utilizzati per mobili e complementi si distinguono in fibre naturali e fibre sintetiche.
Tra le prime annoveriamo:
- RATTAN
Si tratta di una fibra naturale intrecciata, economica e leggera che viene impiegata per la fabbricazione di arredi da esterno durevoli e resistenti. Questo materiale è biodegradabile e in natura si trova in abbondante quantità, per questo, optare per il rattan significa scegliere con un occhio attento alla sostenibilità ambientale. Il colore originario è beige ma in commercio si trovano molte nuances in grado di adattarsi a qualsiasi ambiente. - VIMINI
Originato dall’intreccio dei rami del salice, garantisce resistenza e al tempo stesso leggerezza. Anche in questo caso il prodotto è versatile e presente sul mercato in varie colorazioni.
Tra le fibre sintetiche si possono enumerare tutti i tipi di materiali plastici. I vantaggi sono molti: resistono agli agenti atmosferici, sono leggeri e richiedono una manutenzione molto semplice. Grazie alle nuove tecnologie inoltre, possono fornire una resa estetica molto vicina ai materiali che riproducono: tessuti intrecciati, legno e metalli.
7 – LO STILE
Se lo spazio aperto interno dev’essere funzionale, è anche bene che incontri i gusti estetici del committente. Come accennato prima, nel caso in cui lo stesso sia un “prolungamento” della casa, sarà opportuno seguire le stesse scelte stilistiche degli ambienti interni. Si va dallo stile rustico, con l’impiego di materiali come cotto, pietra, legno e arredi quali panche, dondoli e complementi in terracotta. Se invece si preferisce lo stile contemporaneo, saranno perfetti vetro, alluminio, legno ed arredi dalle forme regolari e dai colori neutri. Quello che importa è rendere la zona accogliente e piacevole con l’inserimento di sedute, tavolini ed elementi che ricreino ombra puntuale.
Se il risultato finale non soddisfa le aspettative, l’aggiunta di un dettaglio originale potrà determinare la differenza: ad esempio, un’amaca creerà un angolo di pace e benessere o l’inserimento di un barbecue permetterà di organizzare piacevoli grigliate in compagnia.
PATIO PICCOLO – SCELTE MISURATE
Nel caso in cui si possegga un patio dalle dimensioni contenute, è possibile massimizzarne lo sfruttamento e raggiungere un risultato soddisfacente dal punto di vista dell’estetica e della fruibilità. Occorre valorizzare gli spazi al centimetro, inserendo arredi dalle dimensioni ridotte e complementi che diano personalità all’ambiente. Ad esempio, se si desidera ricreare una zona conviviale, sarà preferibile optare per una panca anziché per delle sedie sicuramente più ingombranti. Qualora si volesse arricchire il patio con inserti verdi, una soluzione potrebbe essere quella di inserire vasi a sospensione o mensole appese alla parete anziché collocare a pavimento piante e fiori che andrebbero ad occupare spazio prezioso per i mobili. Non da ultimo, il consiglio negli spazi piccoli è quello di curare ogni singolo dettaglio senza sovraccaricare il patio di elementi decorativi: ne risulterà un’area accogliente e personalizzata.
Come fare del patio una stanza in più di casa
Se gli ambienti di casa non soddisfano le nostre aspettative, perché non fare del patio una stanza in più? La soluzione migliore prevede la fusione degli spazi interni a quello esterno. Occorre prestare molta attenzione alle scelte tecnologiche, a quelle delle finiture e dell’arredo, al fine di creare aree che si susseguano con fluidità e restituiscano l’immagine di un insieme armonico. Inoltre, è importante precisare come lo spazio esterno sia connesso alla residenza in maniera più immediata, qualora lo stesso venga sfruttato e reso funzionale ai bisogni quotidiani. Infatti, qualora il patio abbia la sola funzione decorativa, sarebbe considerato una sorta di locus amoenus privo di qualità dal punto di vista pratico. Per questo motivo, poiché spesso la corte interna comunica direttamente con un determinato ambiente di casa, sarà opportuno stabilire una specifica destinazione d’uso, garantendo continuità rispetto all’interno. Ad esempio, nel caso in cui sia la cucina ad affacciarsi sul patio, quest’ultimo potrà diventare una piacevole zona dove consumare i pasti anche nei periodi meno caldi, grazie all’inserimento di opportuni ripari e coperture. Se invece è il soggiorno a godere della vista esterna, lo stesso potrà prolungarsi in un’area relax o solarium perfetto per le giornate più assolate. È molto più raro invece, che sul patio al piano terra si affacci la zona notte ma qualora si presentasse tale soluzione, il giardino potrebbe rivestire la funzione di area gioco bimbi che potrebbero così muoversi liberamente dalla cameretta allo spazio verde attrezzato all’aperto.
Premesso ciò, è importante operare alcuni piccoli accorgimenti nelle scelte progettuali, vediamo quali.
- MANTENERE LO STESSO STILE
Al fine di ottenere un insieme armonico tra spazi interni e patio, è indispensabile scegliere le medesime finiture e arredi dallo stile omogeneo. Quest’ultimo aspetto sarà più facilmente realizzabile se la corte gode di una copertura anche solo parziale che garantisca protezione a mobili che normalmente vengono impiegati dentro casa. Infatti, se lo spazio è sprovvisto di elementi schermanti, arredo e complementi dovranno resistere all’azione degli agenti atmosferici. In questo caso, anche se sul mercato l’offerta dei materiali da esterni si sta ampliando, sarà molto più difficile seguire fedelmente le linee scelte per gli ambienti interni.
Per quanto riguarda la scelta dei colori, è preferibile mantenere i medesimi toni, cercando di prediligere le tinte chiare con l’obiettivo di riflettere la luce solare incidente ed ampliare lo spazio. - RIMODULARE LA CONFORMAZIONE SPAZIALE
Nell’ottica di garantire continuità tra spazi interni e patio è di fondamentale importanza scegliere al meglio gli elementi divisori. Si tratta degli infissi e delle pareti di confine che nell’ottica sopra citata dovrebbero essere più permeabili possibile verso l’esterno. Tra le alternative più utilizzate, vi sono le vetrate scorrevoli o a fisarmonica grazie alle quali i due ambienti diventano un unico spazio comodamente fruibile nel momento in cui i moduli vengono aperti o ripiegati su sé stessi. Nella scelta del serramento è fondamentale tenere in considerazione le prestazioni tecniche, optando per vetri performanti che garantiscano un buon risparmio energetico. In questo modo, con un semplice movimento è possibile ridefinire lo spazio modulandolo secondo le esigenze del momento. - GARANTIRE LA SICUREZZA E L’ACCESSIBILITA’
Se il rispetto di uno stile unico e la permeabilità degli schermi tra ambienti interni ed esterno sono fondamentali al fine di garantire una certa continuità spaziale e funzionale, è altrettanto importante garantire la sicurezza di coloro che vivono la casa quotidianamente. Per questo motivo, è indispensabile che non vi siano dislivelli tra il pavimento dell’area aperta e quello degli spazi interni e qualora siano presenti, occorre rimediare con adeguate soluzioni atte a mettere al medesimo livello le pavimentazioni. È inoltre indispensabile rimuovere qualsiasi tipo di ingombro ed ostacolo al fine di preservare l’incolumità individuale.
Esempi di casa a patio oggi
Come accennato, oggi la tipologia di casa a patio trova la sua realizzazione quasi ed esclusivamente nell’edilizia privata. Si tratta di esempi volti a recuperare l’equilibrio con l’ambiente e la natura, mantenendo un buon livello di privacy e assicurando un angolo di pace nel caotico ambiente urbano.
Vediamo ora tre esempi di case a corte progettate secondo i criteri di continuità spaziale, sfruttamento della luce naturale e mantenimento della privacy.
Casa privata – Michele De Lucchi, Milano, 2014
Si tratta di una residenza al piano terreno di un antico palazzo milanese dei primi del ‘900. La presenza di un’ampia corte interna condominiale, come da tradizione cittadina, permette il recupero e lo sfruttamento dello spazio aperto sul quale si distribuiscono tutti gli ambienti interni. L’utilizzo delle ampie vetrate consente alla luce naturale di diffondersi con equilibrio in tutti gli spazi vissuti. Il patio viene qui interpretato come perno attorno al quale si sviluppa la dimora, luogo privato, intimo, in cui recuperare il contatto diretto con l’ambiente. La sua posizione centrale inoltre, rende il patio una vera e propria stanza a cielo aperto, estensione della cucina, del soggiorno e delle camere padronali. Il progetto si distingue come eccellente esempio di restyling in grado di conservare la conformazione originale attraverso una rivisitazione rispettosa della preesistenza in chiave moderna.
Villa unifamiliare – H Arquitectes, Sant Cugat del Valles, 2013
Il valore guida che sta alla base del progetto di questa residenza monofamiliare è la massimizzazione del rapporto con il verde circostante. In una zona residenziale appena fuori dal centro di Barcellona, sorge questa particolare abitazione concepita come struttura che convive a stretto contatto con la natura.
Il complesso è costituito da tre blocchi residenziali, ciascuno avente una specifica funzione (zona per i bambini, zona giorno per la famiglia, zona notte padronale), tra i quali sono stati inseriti due ambienti chiusi ma permeabili verso l’esterno grazie alle vetrate scorrevoli. Si tratta di uno spazio coperto che permette di vivere a 360° l’area verde del giardino circostante, sia nei mesi più freddi grazie alla copertura, sia durante la stagione estiva. La funzione di questi ambienti è duplice: ingresso alla residenza e soggiorno all’aria aperta. Proprio quest’ultimo aspetto contribuisce alla creazione di un fluido passaggio da uno spazio all’altro, oltre a fare del patio un vero e proprio continuum tra interno ed esterno.
La casa assume così la connotazione di un organismo a sé stante, completo e molto vivibile.
Residenza – Loft Szczecin, Polonia, 2008
Dal recupero di una vecchia fucina, lo studio Loft Szczecin ha dato origine ad un appartamento sviluppato su due livelli e dotato di un piccolo patio interno. L’obiettivo è stato quello di sfruttare al meglio la luce naturale, dotando le aperture della zona giorno di vetrate generose e prediligendo il colore bianco per la quasi totalità delle pareti interne. In questo caso il patio viene sfruttato come prolungamento della cucina grazie all’inserimento di un living-set da esterni. La privacy è assicurata dalla chiusura totale della corte verso l’esterno e l’inserimento della vegetazione decorativa e a parete raffresca il piccolo ambiente, rendendolo più vivibile ed ospitale.
Vista del patio dall’interno e del patio esterno
Fonte: https://loft-kolasinski.com/portfolio/adaptation-of-a-forge/
Villa Planchart di Gio Ponti – Caracas (El Cerrito), Venezuela, 1953-1957
Il patio di questa bellissima villa progettata da Gio Ponti è caratterizzato dalle pareti rivestite di maioliche smaltate colorate con fantasiosi disegni. Le ceramiche sono di Fausto Melotti.
Nello schema planimetrico di villa Planchart il patio assume la funzione di perno intorno al quale si organizzano tutti gli ambienti e le attività della villa. In un angolo del patio c’è un tavolo per il pranzo all’aperto, un vero e proprio giardino e su un lato uno specchio d’acqua con piante acquatiche.
Vedi i disegni dwg del progetto di questa fantastica villa…>>