Il Verde Verticale
Tipologie di utilizzo della vegetazione verticale
Il Verde Verticale è un sistema nel quale le piante diventano parte integrante del paesaggio e dell’architettura e nella molteplicità delle relazioni che ne derivano, attraverso la ricerca formale di tecniche e sistemi per il mantenimento delle stesse.
Le sperimentazioni di naturalizzazione verticale della città, danno notevole spazio all’intervento ad artisti specialmente nella seconda metà del XXI sec.
Il tema del rivestimento delle facciate, come variazione del suo aspetto nel tempo, trova una conformazione differente dall’ insolita concezione del muro verticale grazie all’Architetto e pittore Hundertwasser.
Nello specifico il rivestimento temporaneo di facciate architettoniche che sfrutta la tecnica dell’idrosemina con compatti manti erbosi, che ritroviamo negli anni Novanta con gli inglesi Heather Ackroyd & Dan Harvey, porta all’estremo la tecnica della rappresentazione estetica.
In ambito urbano le installazioni, le tecnologie utilizzate ed i relativi brevetti, sono in constante aggiornamento e frutto di pubblicazioni e studi di settore.
L’espressione generica “verde verticale” implica una serie di interventi e modalità costruttive che riguardano l’inserimento delle piante su muri di edifici e manufatti, all’esterno o all’interno e che comprende tecniche tradizionali ed innovative green tech.
Questa varietà di tecniche richiede un tentativo di classificazione. L’obiettivo è quello di creare una sintesi progettuale che sia in grado di leggere le varie caratteristiche attraverso i vari filtri interpretativi.
Una delle possibili soluzioni è quello di utilizzare i metodi di lettura dell’architettura del paesaggio; disciplina che si occupa di piano, progetto, gestione degli spazi aperti e relazioni (ecologiche, estetiche, simboliche) tra componenti naturali e insediamenti urbani.
Riguardo questi ultimi, a tal proposito la Convenzione Europea del Paesaggio indica dei riferimenti normativi e procedurali nell’identificazione, promozione e salvaguardia.
Il Giardino verticale è un sistema dunque che mette in relazione sistemica e multifunzionale interventi di naturalizzazione urbana complessa.
Per la realizzazione del progetto in Italia sono disponibili diverse forma di agevolazione una di queste è il Bonus Verde.
A seconda dell’intervento specifico in termini di funzione ed utilizzo dello spazio, bisogna tener conto delle differenti prestazioni, delle spese di gestione, manutenzione e dei diversi benefici sul piano estetico, pratico e partecipativo.
Nella configurazione e progettazione di interventi del verde verticale, uno sguardo particolare va rivolto ai benefici.
L’analisi va svolta caso per caso e varia a seconda di diversi vincoli:
- normativi
- spaziali
- temporali
- tecnologici
- evolutivi
- manutenzione (vincolo economico nel tempo)
Verde Parietale
Il verde parietale è ottenuto attraverso l’impianto con tecnica tradizionale di coltivazione, in cui viene mantenuta la relazione tra il suolo e la pianta.
Le specie comprese sono quelle rampicanti o portamento sarmentoso poste alla base dell’edificio, oppure a portamento a spalliera di alberi di terza grandezza (< 10m) utilizzate per lo più in Europa per la coltivazione delle piante da frutto addossate agli edifici o per la coltivazione della vite “spallata” per massimizzare la produzione vinicola.
Per il sostegno, il verde parietale prevede l’utilizzo di telai, griglie, cavi, di qui l’antica arte del treillage in legno, come supporto per la crescita di rampicanti utilizzati già all’epoca dei romani come elemento di definizione dello spazio e separazione tra le diverse zone del giardino.
Giardino Verticale
Il giardino Verticale nella sua composizione strutturale è caratterizzato da un sistema modulare la cui variazione è in termini di profondità, tipologia di supporto, substrato da coltivo, impianto di funzionamento gestionale e struttura del verde.
Giardini verticali combinati o ibridi
Nella definizione di giardini ibridi comprendiamo quelle strutture che integrano materiali e tecniche tradizionali basati sull’utilizzo di substrati terrosi alleggeriti. In genere dotati di impianto d’irrigazione automatica che sfruttano anche il convogliamento delle acque piovane.
Le piante sono messe a dimora ai piedi dell’edificio in vasi, piuttosto che sospesi sulla struttura anche per raggiungere altezze più elevate.
In sistemi più complessi di composizione la struttura autoportante può addirittura permettere la fruizione in ambito urbano dello spazio.
La moltitudine di possibilità di utilizzo e progettazione fa sì che, ci sia una soluzione personalizzata in base alle esigenze, perciò una differenziazione in termini di palette di colori e di specie differenti.
LA TECNICA
Il giardino verticale idroponico permette di poter sfruttare un riutilizzo di acqua, anche piovana, in un sistema chiuso per garantire alla pianta il costante approvvigionamento di sostanze nutritive, mediante sistemi a goccia nella parte alta del muto, senza alcun bisogno di terriccio.
Possono oltre che rivestire parzialmente o totalmente parti di facciata dell’edificio, fare da muro di contenimento o divisorio, o addirittura da parete autoportante.
Le tecniche moderne per la realizzazione della parete verticale, trova applicazione nella costruzione di pareti ventilate, in genere utilizzate per coprire le facciate esterne degli edifici di grandi dimensioni. Inoltre fonoassorbenti per garantire l’isolamento acustico in ambito urbano o per progetti di infrastrutture lineari.
I pannelli sono composti da uno strato che garantisce l’apporto costante di sostanze nutritive utili allo sviluppo e mantenimento della pianta senza l’utilizzo di terriccio attraverso un sistema di irrigazione e fertilizzazione automatico.
La facciata ventilata
In genere la facciata ventilata verde può prevedere dei sistemi o moduli di pannelli autonomi che comprendono già la vegetazione; questo permette oltre che la modularità dell’impianto anche la facilità di intervento e sostituzione del singolo pezzo.
Come ogni giardino per l’assestamento e la messa a regime delle piante, bisogna calcolare circa 1 anno.
I pannelli componibili realizzati in alluminio (materiale più leggero e resistente) risultano già forniti in genere anche di predisposizione per il passaggio dell’impianto di irrigazione.
Il lato posteriore è impermeabilizzato per evitare che l’acqua venga a contatto con la parete, inoltre viene comunque previsto un distaccamento dal muro per il ricircolo dell’aria e per l’isolamento acustico e termico. La coibentazione degli edifici permette inoltre un notevole risparmio del fabbisogno di energia per il loro raffrescamento e riscaldamento.
Le piante vengono posizionate su una superficie di torba (per le sostanze nutritive) e perlite espansa (materiale vulcanico che permette sia di alleggerire struttura che di evitare ristagni) tenute assieme da uno strato forato di feltro e polipropilene che aiutano la stabilizzazione della pianta.
Barriere fonoassorbenti
Sono barriere in genere autoportanti, possono essere utilizzate anche come divisori all’aperto in ristoranti o locali commerciali, oppure negli spazi interni come ad esempio per gli uffici.
Le barriere fonoassorbenti, oltre che assorbire il Co2 e nel caso di alcune tipologie piante anche la riduzione dello smog, contribuiscono al miglioramento della qualità dell’aria.
La struttura è composta da montanti in acciaio sul quale vengono ancorati i pannelli già saldati alla rete metallica. Per il riempimento si utilizza il medesimo della facciata ventilata.
LE PIANTE
La scelta delle piante riveste un ruolo fondamentale per la riuscita del progetto in termini estetici, in ogni caso ci si può rivolgere a uno specialista.
In genere la scelta di piante con bassa manutenzione garantisce una sostenibilità in termini di gestione del giardino.
Alcuni fattori che risultano fondamentali per la selezione sono:
- Zona geografica
- Comportamento stagionale
- Tipologia di impianto
- Tipologia di substrato
- Apporto idrico
- Esposizione
Il giardino verticale come forma d’arte: Roberto Burle Marx
L’architetto paesaggista Roberto Burle Marx nella sua architettura “plastica” diventa uno dei precursori della concezione del nuovo giardino contemporaneo.
I suoi giardini in maniera innovativa integrano il concetto di arte a quello dell’arte del paesaggio anni ‘30.
Il contributo innovativo di Marx è la progettazione del paesaggio come interpretazione artistica e innaturale nel suo concetto di giardino verticale.
La sua carriera è caratterizzata da una costante sperimentazione e interpretazione artistica della natura.
Il concetto alla base del suo pensiero è quello del murales di azulejos, pareti rettilinee o curve ricoperte di piastrelle in ceramica policromatica.
Li utilizza come elementi autoportanti associati a vasche d’acqua o alla vegetazione per creare effetti differenti ed evocativi.
La prerogativa è il cambio di confine e il piano di riferimento in relazione alle molteplici visuali dell’osservatore. Questo mix offre una molteplice lettura dello spazio in relazione ai suoi layout oltre il piano terra. Come si vede nella Walter Morreira Salles House (1951) e nel Barra Shopping Business Center (1981).
Il concetto di giardino verticale in Marx è dato dall’innovazione delle colonne in acciaio nero e corteccia di cocco, xaxim, ricoperte di bromeliacee o filodendri. Questi veri e propri totem rappresentano la compressione della relazione della dimensione verticale, della fisiologia delle piante native e delle loro qualità scultoree.
Le colonne xaxim sono utilizzate in molti giardini urbani negli anni ’80 come il giardino Marina Barre Clube (1983)
Queste costruzioni astratte composite, sia per costruzione spaziale che per assemblaggio di parti distinte sono costituiti da materiale duro come cemento armato, pietra locale, granito, piastrelle insieme a terra e piante per lo più bromeliacee, epifite e parassiti.
Sono concepiti come elementi altamente manufatti del giardino, sculture immersive nello spazio in una configurazione dinamica dello stesso.
Sono formati da due telai in acciaio rivestiti di una corteccia spugnosa e forniti di impianto di irrigazione a goccia, funzionano per la messa a dimora delle piante.
Riferimenti :
The Vertical Gardens of Roberto Burle Marx: an Artistic Expression, Julia Georgi
Anna-Maria Vissilia, Neapolis University HEPHAESTUS Repository; Conference papers 2016 EDIFIR – EDIZIONI FIRENZE
http://helenaschanzer.com.br/2015/11/06/burle-marx-e-seus-jardins-tropicais/
Verde Profilo
Immagine di copertina: il giardino verticale nella sede di Reale Mutua a Torino progettato dallo studio Kuadra e realizzato da Sundar Italia