Le sedie di design

Connubio tra funzionalità ed estetica

Articolo di

Categoria

Design

Pubblicato il

13 Ottobre 2020

Rappresentano indubbiamente l’arredo più diffuso di tutti, le troviamo indoor e outdoor, nelle residenze, nei luoghi di lavoro, nelle strutture ricettive e in quelle di servizio: stiamo parlando delle sedie di design. La peculiarità che le contraddistinguono costituisce anche la loro funzione principale: garantire la comoda seduta ad una sola persona. La struttura di cui si compongono è formata da una seduta orizzontale, quattro elementi verticali di sostegno, uno schienale e talvolta due braccioli. A seconda della tipologia, del modello e dello stile della sedia, tali elementi possono variare nel numero, nella forma e nei materiali. A proposito di questi ultimi, quelli più impiegati sono il legno, l’alluminio e le fibre plastiche, anche se oggi, grazie alle tecniche innovative ed alla sempre maggiore versatilità, è possibile trovarne di nuovi ed inaspettati.

Contenuti

  • Lo sviluppo della sedia nella storia
  • Il progetto ergonomico della sedia
  • La sedia e le sue declinazioni
  • Le sedie: icone senza tempo

Nel corso del tempo la sedia diventa elemento rappresentativo per lo stile di architetti e designer che attraverso un attento studio delle proporzioni umane ne fanno perfetto binomio di funzionalità ed estetica. Alcuni dei numerosi modelli introdotti dai movimenti artistici che si sono susseguiti nel corso della storia diventano icone di design, talvolta pezzi unici in grado di dare forte personalità agli ambienti ed allo stesso tempo garantire il giusto comfort.   

Lo sviluppo della sedia nella storia

In origine, le sedie erano destinate ai ceti più abbienti della società e quelle singole erano utilizzate da principi e papi, per simboleggiare il potere detenuto dagli stessi. Le prime testimonianze certe sulla presenza di sedute risalgono all’epoca degli antichi Egizi, quando iniziarono a diffondersi sedili di ebano, spesso muniti di decori in avorio, con gambe che riproducevano forme animali.

Successivamente la civiltà romana introdusse la cosiddetta “sella curulis”, una seduta a forma di x, chiudibile e trasportabile, simbolo del potere giudiziario e per questo utilizzata prettamente da magistrati ed appartenenti alle alte cariche pubbliche. Nel periodo medievale invece, vennero differenziate le sedute singole, destinate ai re ed ai membri del clero, da quelle collettive, destinate al popolo. Mentre le prime erano imponenti, solide e riccamente decorate, le seconde erano costituite da un asse orizzontale retto da due elementi verticali ma erano prive di schienale. Per questo motivo, si trattava di arredi scomodi e poco gradevoli dal punto di vista estetico.

Sella curulis, seduta risalente all’epoca romana - Seduta risalente alla civiltà egizia, XV Secolo a.C
Foto sinistra: sella curulis, seduta risalente all’epoca romana              
Foto destra: seduta risalente alla civiltà egizia, XV Secolo a.C. – Metropolitan Museum

È solo a partire dall’epoca Rinascimentale che la sedia diventa un arredo di uso comune, diffuso anche nelle dimore più popolari. Resta una netta distinzione tra queste sedie e quelle destinate alle fasce di popolazione più ricche, dotate di schienale costituito da colonnine ioniche. Diventando un arredo di uso quotidiano, la sedia assume grande importanza e molti progettisti si cimentano in sperimentazioni e soluzioni originali.

L’industrial design vede nella sedia un oggetto di uso comune dalle elevate potenzialità: è così che si fanno strada tipologie diverse, caratterizzate da materiali e forme svariate. Da questo momento in poi, in alcuni casi, le sedute diventano vere e proprie icone, oggetti che portano la firma di architetti e designer e che diventano progressivamente riconoscibili grazie agli spiccati connotati estetici che le caratterizzano.

Per visionare e scaricare i dwg di alcune sedie d’epoca clicca qui

Il progetto ergonomico della sedia

Al fine di raggiungere lo scopo per il quale le sedie vengono concepite, occorre studiare e rispettare alcune regole basilari  per l’ottenimento di sedute confortevoli. Uno dei principi che si pone alla base dell’iter progettuale di questo tipo di arredo è rappresentato dall’ergonomia. Al fine di raggiungere lo scopo per il quale le sedie vengono concepite, occorre studiare e rispettare alcune regole basilari per l’ottenimento di sedute confortevoli.

Uno dei principi che si pone alla base dell’iter progettuale di questo tipo di arredo è rappresentato dall’ergonomia. Quest’ultima è la scienza che indaga il rapporto tra il corpo umano e gli strumenti a servizio dell’uomo stesso ed ha come fine ultimo il comfort ed il benessere psico-fisico dell’utente. In sintesi, un arredo progettato secondo le regole dell’ergonomia deve garantire la comodità a colui che se ne serve, senza indurre spiacevoli inconvenienti ed effetti sgradevoli per la salute causati da una cattiva fruizione. In questi termini, la sedia dev’essere costituita da componenti studiate sulle dimensioni e sulle necessità del corpo di individui anche molto diversi tra loro. Per questo motivo, le misure di seduta, schienale ed eventuali braccioli, dovranno essere modellate su proporzioni appartenenti ad individui differenti.

È così indispensabile che il settore dell’interior design sia plasmato sulle caratteristiche del target che vive nelle specifiche aree geografiche da servire. Tuttavia, nonostante tali importanti differenze, vi sono alcuni parametri che permettono di capire se una sedia è ergonomica o no. L’obiettivo comune è quello di garantire la corretta postura quando si è in posizione seduta: la pianta del piede deve appoggiare totalmente a terra, il polpaccio deve restare in posizione verticale ed ortogonale rispetto al piede, mentre la coscia, in posizione orizzontale, deve formare un angolo retto con il busto che deve mantenere la posizione eretta. È importante che la schiena sia dritta ma che si possa anche cambiare posizione a seconda della necessità e che il collo rimanga rilassato al fine di evitare sensazioni di malessere.

Inoltre, è bene chiarire come a seconda della funzione della sedia cambino anche le caratteristiche fisiche della stessa: una seduta utilizzata per consumare un pasto a tavola sarà diversa da una usata per lavorare o per rilassarsi in un’area relax della casa. Ad esempio, nel caso di una sedia da ufficio sarà indispensabile poterne regolare l’altezza del sedile e l’inclinazione dello schienale ed avere la possibilità di muoversi grazie alla dotazione di apposite rotelle.

Invece, nel caso di sedute inserite in un ambiente living, occorrerà assicurare comodità nel momento in cui si pranza o si cena, grazie a schienali in grado di far mantenere la posizione eretta. Infine, le sedie destinate ad angoli lettura e a spazi relax dovranno essere dotate di sedute avvolgenti, utili a rilassarsi durante il tempo libero. Indipendentemente dalla tipologia della seduta, ciò che davvero importa è soddisfare le esigenze dell’utente finale assicurando il costante benessere psico-fisico.

È quindi chiaro come il design industriale abbia una precisa missione: quella di studiare e progettare arredi ed oggetti di uso quotidiano, allo scopo di migliorare la qualità della vita di chi ne fruisce.

La sedia e le sue declinazioni

L’evoluzione delle sedie è stata da sempre legata ai mutevoli stili di vita ed alle necessità che hanno influenzato il modo di abitare gli spazi. Per questa ragione, le innumerevoli sperimentazioni hanno generato prodotti differenziati e progettati su specifiche necessità. A partire dalla Rivoluzione Industriale, la produzione delle sedie ha registrato un rapido incremento e sono state immesse sul mercato numerose soluzioni del tutto innovative.
Si tratta di sedute studiate per soddisfare nuove esigenze e per stupire attraverso elementi insoliti.

Tra le diverse tipologie che si diffondono in questo periodo si possono annoverare le sedie a dondolo che, grazie alle componenti ricurve alla base, garantiscono un piacevole moto oscillatorio a chi è seduto. Anche la sedia a sdraio diventa presto un classico per gli spazi aperti come balconi e terrazzi ma soprattutto un vero e proprio must have in spiaggia assieme ai lettini. Molto conosciuto, questo tipo di sedia garantisce posizioni diverse all’utente, infatti è possibile regolare l’inclinazione dello schienale e di conseguenza passare dalla posizione seduta a quella sdraiata. Il plus valore consiste nella possibilità di chiuderla e trasportarla facilmente grazie alla leggerezza della sua struttura.

Un’altra tipologia di seduta molto utilizzata in contesti diversi da quelli citati è la sedia cantilever, originale per la sua configurazione “a sbalzo”. La particolarità consiste negli elementi verticali ripiegati alla base e sul sedile che sono costituiti da un unico elemento tubolare continuo. Diventata un simbolo per l’interior design del 1900, tale sedia è molto diffusa nelle strutture di servizio, negli uffici, negli alberghi ma anche nelle residenze.

Una sedia studiata sulle esigenze di un’utenza flessibile, che ama l’avventura e la comodità, è rappresentata dalla tripolina, particolare seduta costituita da un’armatura in legno o metallo completamente richiudibile. La seduta e lo schienale sono rappresentate da un unico elemento in stoffa, leggero ma allo stesso tempo robusto ed accogliente.

Infine, tra le sedie più diffuse di sempre è possibile citare la sedia monoblocco in pvc, utilizzata in ogni tipo di ambiente, soprattutto all’esterno, comoda e dall’aspetto un po’ spartano.

Sgabelli e panchetti possono essere considerati una variante della classica sedia, spesso privi di schienali, hanno un’altezza superiore e vengono utilizzati in ambienti moderni o dallo stile industriale. Al di là di tale classificazione, le sedie presenti sul mercato sono innumerevoli e si distinguono per fattura, materiali, colori e finiture.  

Le sedie: icone senza tempo

La sedia ha da sempre rappresentato un arredo al centro del dibattito tra designer ed artisti di fama mondiale: una sorta di elemento cardine attorno al quale ruotano stile, funzionalità, originalità e comfort. Le correnti artistiche che si sono succedute nel corso della storia hanno contribuito alla determinazione dei connotati stilistici e degli elementi caratterizzanti che hanno reso le sedute vere e proprie icone di stile. Talvolta oggetti provocatori, talaltra soluzioni innovative e multifunzionali, le sedie hanno saputo sfruttare il potenziale nascosto di materiali e forme, contribuendo allo sviluppo del settore dell’interior design. Infatti, tra gli anni 70 e 80 del XX Secolo, con l’avvento della Rivoluzione Industriale, si riscontra un grande fermento e la produzione velocizza i suoi ritmi e moltiplica i prodotti commercializzati.

Di seguito si citeranno alcune delle più celebri sedute della storia del design mondiale, evidenziandone le particolarità che le hanno rese icone conosciute da tutti.

Una delle più celebri sedie ideate da Michael Thonet, realizzata attraverso la tecnica della curvatura del legno a vapore. Ne risulta una seduta leggera ma molto robusta, dallo stile senza tempo e dall’indiscussa eleganza che presto divenne icona all’interno dei caffè viennesi ottocenteschi. L’aspetto innovativo riguardava la possibilità di scomporre ogni pezzo di arredo in sei pezzi che potevano essere assemblati e trasportati con estrema facilità.

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Michael Thonet - Sedia modello n.14
Foto: Thonet/Constantin Meyer da www.prooffice.de

Realizzata da Rennie Mackintosh per arredare gli interni della Hill House in Scozia, questa sedia è diventata una delle opere più celebri del suo autore. Ogni pezzo di arredo della casa è concepito e progettato come parte di un tutto organico ed armonioso. Nello specifico, gli elementi della seduta si rifanno al design nipponico e alle geometrie astratte, con l’obiettivo di ricreare una seduta che più che un semplice mobile sia un’opera d’arte. L’elemento caratterizzante la sedia è rappresentato dallo schienale stretto e molto alto, composto da una serie di listelli orizzontali sormontati da un reticolato quadrato. Ne risulta una sedia esteticamente molto originale ma anche funzionale grazie al sapiente uso della geometria e delle forme.

Rennie Mackintosh - Sedia Hill House

Gerrit Thomas Rietveld – Sedia Rosso-blu – 1918

Simbolo De Stijl, la sedia costituisce la trasposizione tridimensionale di un’opera mondriana. La struttura è costituita da un ripiano orizzontale per la seduta, uno verticale per lo schienale ed una serie di listelli connessi tra loro tramite modanature di sezione quadrangolare. L’incastro sembra lasciare un elemento indipendente rispetto dall’altro e le superfici risultano così essere complanari ma distaccate. I colori primari del giallo, rosso e blu caratterizzano le superfici principali, mentre il telaio è interamente laccato di nero. La sedia è stata concepita come seduta per la lettura ed è diventata uno dei maggiori simboli del Neoplasticismo olandese. Semplice e lineare, questo celebre pezzo di arredo ricalca le figure piane e le linee squadrate tipiche della disciplina geometrica.

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Rietveld - Sedia rosso e blu

Marcel Breuer –  Wassilly –  1925

Emblema dei ruggenti anni ’20, la sedia Wassilly di Marcel Breuer rappresenta un connubio tra i dettami del Bauhaus e le sperimentazioni del design dei tempi. Infatti, la peculiarità di questa celebre opera è rappresentata dall’utilizzo, per la prima volta, del tubolare in metallo nel settore dell’arredamento. Ispirandosi al telaio della sua bicicletta, Breuer testa le possibilità del tubo metallico, sfruttandolo per l’intera costruzione della struttura, in modo continuo e privo di interruzioni. Sedile e schienale invece, vengono costruiti con l’impiego di un particolare tessuto cerato, l’eisengarn, molto resistente e duraturo, grazie al quale l’arredo assume elevata solidità.
Tra i numerosi vantaggi della Wassilly si potevano annoverare la grande disponibilità del materiale in commercio e l’originalità compositiva. Ancora oggi, icona di design, la sedia è impiegata in ambito residenziale e all’interno di uffici, mantenendo alto il suo fascino senza tempo.

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Marcel Breuer - Sedia Wassily

Charles & Ray Eames –  Plastic Chair –  1950

Risultato di svariati anni di sperimentazioni, nel 1948 nasce la Plastic Chair, sedia destinata a riscuotere grande successo grazie alla lungimiranza dei suoi progettisti. L’innovazione, ad opera di Charles e Ray Eames, consisteva nella concezione di una scocca che avvolgesse le forme del proprio fruitore, garantendo un buon livello di comfort. Ma la vera e propria novità era rappresentata dall’aspetto multifunzionale della sedia: infatti, la seduta standard poteva essere abbinata a numerose tipologie di “basamento” in grado di assicurare posizioni diverse al fruitore. Realizzata in vetroresina, la sedia si prestava alla produzione industriale in serie e risultava essere piacevole al tatto ed esteticamente pregevole. Progettata per essere un arredo accessibile a tutti ma di ottima qualità, la Plastic Chairs è tutt’ora impiegata in contesti residenziali, pubblici e di servizio, grazie alla sua versatilità e adattabilità.  

Charles Ray Eames - Plastic Chair

Come si può dedurre dal nome, si tratta di una seduta molto leggera che è possibile spostare facilmente. Realizzata da Gio Ponti per Cassina, è caratterizzata da un’intelaiatura interamente costituita in legno e sedute disponibili nelle varianti in paglia intrecciata e in tessuto imbottito. Emblema di semplicità ed armonia, la sedia è caratterizzata da gambe con sezione triangolare e da uno schienale angolare. La leggerezza della struttura si fonde alla solidità del sedile in legno di faggio, garantendo funzionalità ed estetica moderna ed essenziale. Diventato un vero e proprio must have in qualsiasi ambiente, la Superleggera è tutt’oggi prodotta dall’azienda madre lombarda, conservando ancora l’artigianalità di un tempo.

Gio Ponti - Sedia Superleggera

La seduta si distingue per la sua particolare forma a stelo di fiore, originata dall’intenzione del suo ideatore di creare una sedia costituita da un’unica scocca e priva di gambe. Tuttavia, la Tulip Chair, prodotta da Knoll, venne creata attraverso l’assemblaggio di una base in metallo, al tempo più resistente della plastica, e di una seduta in materiale elastico. La scocca poteva presentarsi con o senza rivestimento tessile. Il suo aspetto particolare e quasi futuristico, ha fatto di questo arredo un’icona di stile al punto tale che nel 1966 venne utilizzata per le riprese della serie televisiva Star Trek. Anticonvenzionale e unica, fondendo flessuosità e solidità, ha ispirato numerosi artisti ed esponenti del settore.

Saarinen - Sedia Tulip

Originata dalla collaborazione tra il designer Verner Panton e la celebre azienda Vitra, la particolarità di questa sedia consiste nel primato mondiale di arredo costituito da una sola scocca in materiale plastico. Prodotta in serie, questa iconica seduta è caratterizzata da una silhouette morbida e flessibile che la rende molto confortevole e riconoscibile sul mercato, infatti è stata spesso premiata ed esibita all’interno di musei di fama mondiale. Inoltre, la sedia è impilabile e resistente agli urti. Nel corso degli anni, la sedia ha attraversato fasi variabili nella sua produzione, diventando presto un’icona grazie al suo forte impatto estetico. Oggi è ancora largamente prodotta perché richiesta sul mercato per la sua versatilità d’uso, sia negli ambienti interni che in quelli esterni.

Verner - Sedia Panton

Sapiente connubio di maestria artigianale Made in Italy e innovativa modernità, la Spaghetti Chair si afferma come seduta rigorosa e dalla bellezza universale. Presto, la seduta, opera di Giandomenico Belotti, viene notata ed apprezzata oltre oceano, diventando uno dei pezzi iconici esposti al MoMA di New York. Lo schienale e la seduta sono costituiti da un tondino in PVC, avvolto su una struttura in acciaio e ne risulta un pezzo d’arredo minimale e leggero allo sguardo. La sedia costituisce il pezzo “madre” di una collezione di sgabelli bassi, sabelli alti e poltroncine che si ispirano alla Spaghetti Chair e attraverso la sottrazione di elementi o la modifica degli stessi trovano il proprio senso d’essere.

Giandomenico Belotti - Sedia Spaghetti

Nata dall’idea di reinterpretare in chiave contemporanea gli antichi pezzi di arredamento della corte di Luigi XV, la Louis Ghost scompone le regole del design tradizionale, facendo ingresso in punta di piedi e con raffinata sobrietà. Concepita come seduta volta a sorprendere e stupire l’osservatore, risulta essere sobria e minimale, in contrasto con le linee guida ricche ed articolate del suo modello. Nonostante la trasparenza e l’apparente fragilità del materiale, la sedia risulta essere resistente e robusta, adatta a qualsiasi tipo di ambiente, sia interno sia esterno. Prodotta in un unico stampo per Kartell, questo pezzo di arredo sarà presto oggetto del desiderio degli amanti del rigore minimalista e del geometrismo puro, divenendo icona del Made in Italy a livello internazionale.

Philippe Starck - Sedia Louis Ghost

sedie di design dwg

Sedia “Wassily” modello B3 (2D+3D)

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Sedia Thonet 3D

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Sedia rossa e blu

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