Le Siepi: quando il giardinaggio diventa arte

di Paolo Pecchioli

Le Siepi: quando il giardinaggio diventa arte. Foto di una siepe

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Architettura del verde

Pubblicato il

29 Giugno 2023

Nella realizzazione di un giardino, le siepi sono un elemento fondamentale, irrinunciabile, anche se questo non raggiunge grandi dimensioni. Le siepi non possono mancare sia per la funzione pratica che svolgono sia perché lo arricchiscono esteticamente: infatti le siepi donano al giardino un’armonia e uno stile che lo fa diventare una vera opera d’arte.

Possiamo affermare che le siepi sono state e sono indissolubilmente legate al concetto di giardino.

Storicamente le siepi costituiscono un elemento fondamentale del giardino all’italiana, tuttora ammirabile nelle grandi ville e dimore storiche d’Italia; però, anche nella realizzazione di un giardino moderno, neanche gli architetti più innovativi rinunciano ad impiegare le siepi nei loro progetti.

Nell’immagine: Villa Gamberaia, Settignano, Firenze.

Ma cos’è una siepe?

Comunemente per siepe intendiamo delle piante, in particolar modo quelle sempreverdi, allevate rispettando una forma geometrica ben precisa, ottenuta sottoponendo la siepe a periodiche potature. Questo concetto di siepe però è particolarmente riduttivo, prima di tutto perché esistono varie tipologie di siepi in relazione alle esigenze a cui devono rispondere. Esse infatti soddisfano efficacemente una pluralità di situazioni, da quelle più generali (difensive, frangivento ecc.) a quelle specifiche e particolari (nascondere una visuale poco piacevole sia interna che esterna a quel giardino). Proprio per soddisfare queste numerose esigenze la scelta delle specie utilizzabili nella formazione di giardini, parchi ed aree verdi si è molto allargata e diversificata.

Tornando alla domanda iniziale, il termine siepe deve essere inteso in un senso molto ampio, non soltanto in relazione alla funzione, ma anche in relazione alla grandissima tipologia di piante che possono essere impiegate. Queste piante possono essere  anche molto diverse tra loro per dimensioni e portamento, per l’essere sempreverdi o a foglia caduca, per la presenza o meno di spine ecc.; anche l’intervento dell’uomo può manifestarsi in modo differente: conferendo alle piante una precisa forma oppure lasciandole libere di crescere e di assumere il proprio portamento.

Tutte queste piante così diverse, con una forma finale che può essere naturale oppure voluta dall’uomo, vengono riunite nel gruppo delle siepi perché esse insieme formano una “barriera”, creano una “separazione” a sviluppo lineare e verticale. La siepe deve quindi essere intesa come tutto ciò che divide, fraziona o separa. Con le parole “separazione” e “barriera” (termine con il quale si indicano specialmente le siepi di dimensioni medio-alte) si chiariscono a un tempo funzione e utilizzo; inoltre si spiega perché questo gruppo comprenda anche piante che non possono essere allevate a forma, come per esempio l’agave (Agave americana).

Le siepi nascono per recingere ed isolare determinate aree ma la loro funzione si è arricchita di significati estetici, fino a farle diventare delle vere e proprie opere d’arte. In altre parole le siepi sono diventate il punto d’incontro tra l’uomo e la natura. Infatti l’uomo non si è più accontentato di utilizzare le siepi soltanto ai margini della sua proprietà a scopo “difensivo”, ma  ha voluto farle entrare all’interno del giardino, conferendo loro un compito nuovo e adottando, per le piante impiegate, delle forme assolutamente originali ottenute mediante mirabili interventi cesori, conferendo così alla natura un ordine ed una vita tutta nuova.

Tutto ciò non deve far pensare che questo tipo di interventi siano una  violenza per le piante, uno stravolgimento della natura per realizzare gli interessi egoistici dell’uomo. L’uomo, bensì, ha potuto realizzare queste opere soltanto dopo una attenta conoscenza della biologia delle piante. Infatti, se vuole dare alla siepe una forma non naturale, l’uomo si avvale di piante la cui caratteristica principale è quella di essere fortemente cespuglianti e particolarmente tolleranti verso le potature. Inoltre le continue potature irrobustiscono e rafforzano le piante, così i loro rami saranno meno soggetti a spezzarsi.
Il grande interesse dell’uomo verso queste piante “da siepe” non si è limitato alle cure colturali o alle potature periodiche; ha selezionato anche varietà nuove, più forti e resistenti alle malattie ma anche particolarmente belle per soddisfare le esigenze di ogni giardino.

LE CLASSIFICAZIONI DELLE SIEPI 

1) Secondo l’intervento umano
 a) naturali
 b) artificiali
 b1) libere
 b2) educate

2) Secondo la funzione
 a) siepi difensive
 b) siepi ornamentali
 c) siepi frangivento

3) Secondo l’altezza 

Le siepi sono state raggruppate e classificate in alcune  grandi categorie.
La prima di queste si basa sul modo in cui l’intervento umano si manifesta nell’impianto, la formazione e il mantenimento delle siepi.
La seconda classificazione considera la funzione che la siepe deve svolgere. In questa classificazione saranno comprese le siepi difensive, quelle ornamentali, quelle frangivento.
Infine, le siepi possono essere classificate anche in base alla loro altezza. Avremo così le siepi da bordura legnosa, siepi di media grandezza e siepi alte o sieponi; queste ultime superate in altezza soltanto da quelle frangivento.
Queste due ultime suddivisioni non si fondano soltanto sull’impiego fatto dall’uomo, ma, prima di tutto, sullo studio delle caratteristiche delle piante; caratteristiche che poi sono alla base del loro utilizzo. Comunque, l’utilizzo che si può fare di una pianta è strettamente in relazione alla dimensione che quella pianta può raggiungere; in questo senso queste ultime due classificazioni si compenetrano vicendevolmente Ad esempio, è chiaro che una siepe difensiva dovrà avere una dimensione adeguata. Queste classificazioni ci daranno inoltre la possibilità di elencare e trattare molte specie di piante impiegate per costituire le varie tipologie di siepi.

Le siepi possono essere suddivise in due grandi gruppi: quelle naturali e quelle artificiali.
Le prime sono per lo più prive di qualsiasi intervento umano e la loro origine è sempre spontanea, mentre le seconde sono costituite per volontà dell’uomo. Le siepi artificiali sono a loro volta divisibili in due sottogruppi, costituiti dalle siepi libere e da quelle educate.

 a) Le siepi naturali sono quelle che nascono spontaneamente in zone marginali della campagna, lasciate incolte dall’uomo, come i bordi delle strade, i canali di scolo dei terreni, oppure sui confini dei  terreni stessi. E’ probabile che in tempi molto antichi queste siepi venissero lasciate crescere per costituire, con i cippi di confine, un segno molto evidente della divisione delle proprietà, ostacolando materialmente chi volesse accedervi, e costituendo il primo esempio di “siepe”, da cui si sono evolute tutte le altre.

Queste siepi, costituite da piante proprie della flora dell’area mediterranea, o che in essa si sono perfettamente adattate, si moltiplicano facilmente e possono diventare invadenti.

Spesso sono spinose e mantengono una funzione dissuasiva verso estranei, ma possono venir lasciate crescere anche per consolidare argini franosi, specialmente se dotate di un forte apparato radicale come nel caso della Robinia pseudoacacia. Tra queste piante spontanee ricordo il rovo (Rubus fruticosus), lo spino-crocefissi (Paliurus spina-christi), il prugnolo (Prunus spinosa), i biancospini (Crataegus monogyna, oxyacantha) e nell’Italia meridionale il fico d’India  (Opuntia  ficus-indica).

b) Le siepi artificiali vengono piantate dall’uomo secondo il proprio gusto e la funzione che devono svolgere. Generalmente questo tipo di siepi sono formate da piante di un’unica specie perché, se venissero poste sulla stessa fila, a breve distanza l’una dall’altra, piante differenti o appartenenti diverse specie, si potrebbe creare un aspetto estetico sgradevole. Infatti, ad esempio, la colorazione delle foglie del cipresso comune e della thuya orientale differiscono per tonalità, e questa differenza, marcata, risalta particolarmente, anche a distanza, se affianchiamo queste due piante in una siepe.
Ancora, si ha un effetto sgradevole quando vengono piantate essenze decidue, come ad esempio la Maclura, accanto ad altre sempreverdi, come la Pyracantha.

E’ sconsigliabile formare siepi con piante di diverso genere anche per motivi fisiologici: infatti alcune piante hanno una maggiore velocità di crescita rispetto ad altre. Così  le prime, vegetando più rapidamente altererebbero la visione armoniosa dell’insieme ed occuperebbero sicuramente lo spazio delle piante con un ritmo di crescita più lento, fino a sovrastarle e a farle soccombere. Un tipico esempio di piante con diverso ritmo di crescita è dato dal pittosporo e dal ligustro lucido, che non devono crescere insieme proprio per questo motivo, anche se la colorazione del loro fogliame coincide e le farebbe associare.

Le siepi artificiali si suddividono in libere ed educate.  

b1) Nelle siepi libere l’uomo si limita all’impianto, dopodiché le piante sono libere di svilupparsi in altezza e in larghezza, senza che l’uomo debba  intervenire con delle potature per contenerle. In questa categoria rientrano le siepi frangivento. Anche nei giardini  possiamo incontrare le siepi libere sotto forma di cespugli isolati, formati da piante d’altezza modesta.

b2) Nelle siepi educate l’intervento umano è più marcato; infatti esso si manifesta  con potature periodiche, atte a far mantenere alle piante una determinata forma, con interventi di estirpazione delle erbe infestanti, di concimazione periodica, di annaffiatura durante la stagione secca, di trattamenti antiparassitari e anticrittogamici se l’attacco animale o l’infezione fungina è talmente grave da comprometterne l’estetica e/o la permanenza in vita delle piante. In questo gruppo sono incluse tutte le siepi coltivate, anche se hanno funzioni diverse come quelle difensive, quelle per bordura ecc., che saranno trattate successivamente. 

2) CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA FUNZIONE CHE  LA SIEPE DEVE SVOLGERE 

Le funzioni che le siepi devono svolgere sono essenzialmente due: quella di recingere e quella di ornare; ognuna di queste due funzioni è assolta da piante differenti e con diverse caratteristiche. In alcune zone particolarmente battute dai venti, è sorta l’esigenza di porre alte barriere protettive; questa barriera prende il nome di frangivento.

a) LE SIEPI DIFENSIVE 

La funzione più antica è senz’altro quella di recinzione di un’area privata, per evitare l’ingresso di persone estranee. Le siepi che svolgono questa funzione vengono definite “difensive”. Per questa funzione si  sono scelte piante che possiedono robuste spine come ad esempio la Maclura aurantiaca. Questa pianta non appartiene alla flora italiana ma si è ben adattata al clima mediterraneo, ed è spesso impiegata a scopo difensivo per la presenza di forti spine e per la sua rusticità. Un’altra pianta utilizzata a scopo difensivo è sicuramente la Pyracantha, una pianta sempreverde, rustica e ovviamente con rami spinosi.

Questa pianta ha anche un certo valore ornamentale perchè, se allevata a forma naturale, produce delle bacche molto decorative di colore rosso che permangono sulla pianta da  settembre fino a marzo; se viene invece allevata a forma obbligata, ovvero soggetta a frequenti potature, la produzione di bacche sarà molto minore. Anche i Crataegus sono impiegati per costituire siepi difensive, ma anche per scopo ornamentale dato che posseggono fiori molto decorativi e piccoli frutti rossastri che permangono sulla pianta anche in inverno. Il biancospino europeo (Crataegus  oxyacantha) appartiene a questo genere di piante. Essa è una  pianta rustica, caducifoglia, e ovviamente con rami spinosi, che resiste bene ai fumi e ai gas dell’ambiente urbano, e che quindi si presta ad essere coltivata anche in città.

b) LE SIEPI ORNAMENTALI

Le siepi hanno anche un’altra funzione, quella ornamentale; queste siepi sono create soltanto per una fruizione estetica. Possiamo dire che le siepi sono il tratto di penna dell’architetto paesaggista. Infatti il terreno dove sorgerà la siepe può essere considerato come un ipotetico foglio bianco sul quale le siepi disegneranno ad esempio lunghi corridoi verdi atti a frazionare il giardino in più settori, all’interno dei quali ci potrebbero essere altre siepi per delimitare le aiuole, rendendone più evidente il disegno. Le aiuole potrebbero essere isolate e uniche, andando a formare ad esempio grandi figure geometriche piane, oppure potrebbero essere simmetriche rispetto ad altre aiuole ecc. Le aiuole potrebbero essere utilizzate come tessere di un mosaico: l’insieme dei loro disegni potrà dar vita ad una nuova e complessa figura.
Le siepi possono essere progettate per guidare lo sguardo verso zone di particolare pregio del giardino, come accade, per esempio, quando al centro del giardino stesso è presente una fontana con giochi d’acqua, la quale, per posizione e bellezza, è stata designata come il punto più importante del giardino. L’occhio umano sarà guidato verso di essa dai vialetti delimitati da siepi, i quali partiranno da vari punti del giardino per convergere tutti verso la fontana.

Le siepi che disegnano un giardino sono necessariamente formate da piante di piccola taglia, in modo che l’occhio possa cogliere facilmente l’intreccio delle linee, le geometrie e dunque l’effetto d’insieme. Le siepi possono diventare anche l’elemento di “chiusura” del giardino: in questo senso le siepi circondano il giardino non per impedire l’accesso agli estranei ma per impedire allo sguardo di “uscire” dal giardino e di perdersi.
Queste siepi hanno necessariamente delle dimensioni maggiori rispetto alle precedenti, per cui vengono costituite con piante diverse a più alto sviluppo. Esse possono essere considerate l’ideale cornice del giardino. Le siepi regalano anche ad un giardino di dimensioni ridotte quella regolarità, quell’ordine geometrico, che costituisce il giusto connubio tra arte e natura.
Le siepi ornamentali non devono essere intese soltanto come giochi di linee, simmetrie e figure geometriche piane; in questa accezione devono essere comprese anche e soprattutto le figure solide, geometriche e non. Mirabili potature hanno trasformato le piante in figure tridimensionali che conferiscono al giardino un aspetto fantastico e classico insieme. La realizzazione di figure solide utilizzando delle piante ha dato vita ad una vera e propria arte: l’arte topiaria.

Inoltre le siepi possono costituire un sfondo naturale davanti al quale porre statue, busti ecc.. In questo caso la siepe può essere potata opportunamente in modo da trasformarsi in una specie di nicchia. Dunque, come diceva Pietro Porcinai (1910-1986), grande paesaggista fiorentino, la natura si uniforma all’arte; questo è il compito che l’uomo deve svolgere, lasciando così sulla natura stessa la sua più bella impronta. Per compiti così impegnativi, bisogna scegliere piante con determinate caratteristiche che ci assicurino questi formidabili risultati.

Giardino della villa Gamberaia – Parterre – Settignano Firenze

La pianta più utilizzata per ottenere delle “geometrie piane” è senza dubbio il bosso (Buxus sempervirens). Questa specie di bosso è una pianta che ha una velocità di  sviluppo molto lenta, non raggiunge mai grandi dimensioni e proprio per questi due motivi si presta benissimo per formare siepi ornamentali di modeste dimensioni, come quelle che troviamo ai margini delle aiuole o che delimitano sentieri o vialetti. Il bosso è molto utilizzato anche perché, grazie alle potature periodiche, assume un portamento molto compatto ed è privo di spine. Infatti riveste un ruolo di primo piano nella storia dei giardini all’italiana.   

Tra le piante che possono essere impiegate per incorniciare il giardino per formare delle figure solide ricordo il tasso, il leccio e il cipresso.
Le piante da utilizzare per costituire questi tipi di siepi ornamentali, devono sempre essere scelte tra quelle della flora italiana come, appunto, il bosso, l’alloro (Laurus nobilis), il tasso (Taxus baccata), il leccio (Quercus ilex) ecc. 

c) I FRANGIVENTO

Le piante che possono essere usate per costituire delle barriere frangivento devono avere determinate caratteristiche. Esse sono: il rapido sviluppo, la compattezza, l’elasticità e l’altezza. L’altezza, insieme all’elasticità, è sicuramente una qualità molto importante, perché da essa dipende l’ampiezza della copertura offerta dal frangivento. Infatti la zona protetta è pari a dieci volte l’altezza del frangivento. Questa funzione è svolta più da file di alberi che da siepi vere e proprie. Una barriera frangivento abbastanza comune è formata da filari di cipresso italiano (Cupressus sempervirens). Questa pianta è dotata di una chioma compatta, di buona altezza e soprattutto di una discreta elasticità, caratteristica basilare per resistere anche al vento più impetuoso.

Il cipresso italiano può essere impiegato anche per costituire delle siepi alte perché, come molte specie di cipressi, sopporta abbastanza bene la potatura. Molte altre piante della famiglia delle Cupressacee sono impiegate per formare siepi o barriere alte; tra queste spicca il cipresso di Leyland (Cupressocyparis X Leylandii). Questa pianta è particolarmente rustica, molto resistente alle potature e indifferente a qualsiasi tipo di terreno. Inoltre fra le sue peculiarità c’è una elevata rapidità di crescita.

Possiamo citare come albero frangivento anche il cipresso di Monterey (Cupressus macrocarpa), il quale è utilizzato soprattutto nelle zone litoranee per la sua resistenza al vento salmastro.

Nelle zone marine è parimenti diffuso come albero frangivento l’Eucalipto, sia per la rapidità di crescita, sia per la resistenza ai venti salmastri, sia, soprattutto, perché in prossimità del mare la temperatura si mantiene mite, aspetto indispensabile per questa specie, che non sopporta freddi troppo intensi.

In molte zone d’Italia è diffuso l’uso di ricorrere al pioppo cipressino, che è una varietà molto diffusa di pioppo nero, per costituire delle barriere frangivento. Questa pianta è detta pioppo “cipressino” perché ha un portamento colonnare, rami molto addossati al tronco e dunque una chioma molto compatta, che ricordano il cipresso comune. Inoltre ha in comune con il cipresso la flessibilità del tronco ed una discreta altezza. Il pioppo cipressino è una pianta a crescita rapida che prospera e si sviluppa specialmente in zone costantemente umide.

3) LA CLASSIFICAZIONE IN BASE ALL’ALTEZZA DELLE SIEPI 

Una ulteriore suddivisione delle siepi si basa proprio sull’altezza delle siepi stesse: siepi basse o decorative e siepi alte o sieponi. In realtà quando le siepi non raggiungono i quaranta centimetri d’altezza si dovrebbe parlare più precisamente di bordura legnosa. Le bordure legnose sono costituite da  piante che non raggiungono di per se grandi altezze, come il bosso, e devono solamente assolvere una funzione ornamentale. La differenza tra le bordure legnose e le siepi di altezza modesta o media, da una parte, e le siepi alte o sieponi, dall’altra, sta nel fatto che le prime consentono all’osservatore di sovrastarle, data la loro modesta altezza, mentre le seconde hanno proprio il compito di chiudere la visuale su ciò che è presente “oltre”.

Tra specie più impiegate per costituire delle bordure legnose ricordiamo la Mahonia, il Berberis thumbergi atroporpurea, l’evonimo (Evonymus), la  lavanda (Lavandula), la Santolina chamaecyparissus, il timo (Thymus vulgaris) ecc.

Le siepi alte sono costituite da piante che in natura hanno un portamento di diversi metri, come ad esempio il leccio (Quercus Ilex), che raggiunge tranquillamente i 20-25 metri d’altezza con un diametro della chioma che può raggiungere i 15.

Date queste caratteristiche, è lapalissiano che essa sarà impiegata per siepi di grandi dimensioni che possono raggiungere i 6-8 metri o più, o per formare figure geometriche solide isolate come tronco-coniche o sferiche, dimensionalmente sempre notevoli.

Tra le piante che vengono sovente impiegate per costituire questo tipo di siepi spiccano il cipresso e il lauroceraso (Prunus laurocerasus). Quest’ultima  pianta è molto coltivata nelle aree urbane perché tollera gli ambienti inquinati.

Il lauroceraso cresce velocemente e viene impiegato per siepi che possono raggiungere e superare i 3-4 metri d’altezza. Il lauroceraso, come il leccio e il cipresso, è una pianta sempreverde. Con queste piante si realizzano siepi che hanno valore ornamentale: ad esempio, con esse si possono realizzare vere e proprie pareti verdi ai margini del giardino, per incorniciare il giardino stesso, oppure si possono realizzare grandi figure isolate. Però per ottenere questi effetti bisogna avere un giardino di grandi dimensioni, e mezzi adatti per raggiugere la sommità delle piante.

Le Siepi: quando il giardinaggio diventa arte (2^ Parte)
Le Siepi: quando il giardinaggio diventa arte (3^ Parte)
Le Siepi: quando il giardinaggio diventa arte (4^ Parte)

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 
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– E.Susini “I MIEI FIORI E IL MIO GIARDINO”  Edagricole 1987
– E. Susini “SIEPI E BORDURE” Edagricole
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– M.Ferrari “LIMANTRIA O BOMBICE DISPARI” Tratto da “GIARDINI” Maggio 2005
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– M.Ferrari, D. Medici “ALBERI ED ARBUSTI IN ITALIA – manuale di riconoscimento” Edagricole 2003
– L.Crespi “BONSAI – guida pratica all’arte e alla coltivazione” Fabbri editori 1989
– G.Oelker “MANUALE DI FLORICOLTURA”  Edagricole 1957

Paolo Pecchioli, Agrotecnico, è in possesso del diploma di qualifica di orto-floricoltore. Attualmente ricopre la mansione di Assistente tecnico presso l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze.


http://it.wikipedia.org/wiki/Siepe
http://www.rivistadiagraria.org 
http://www.giardinaggio.it/speciali/Siepe/Siepe.asp
http://www.vivaioclorofilla.it/html/giardini_isegreti.htm