Cento luoghi di-versi

Un libro per perdersi e per ritrovarsi in Italia tra immagini e poesie

Cento luoghi diversi

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Vivere l'architettura - Eventi

Pubblicato il

12 Gennaio 2021

Un testo scritto e pubblicato in tempo di Covid che pur non essendo una guida, trasporta il lettore in un Grand Tour lungo la nostra penisola in compagnia di poeti, fotografi e artisti.

“Sai che ho trovato un libro bellissimo, mi ha appassionato fin dalla prima pagina, a tal punto che non ho potuto fare a meno di leggerlo tutto d’un fiato.”
Chi non vorrebbe avere per le mani un libro così?
Un regalo inatteso trovato sotto l’albero o giù di lì.
Un’avventura, un romanzo, una novella, un personaggio in cui immedesimarsi, una vicenda da vivere o immaginare, una storia che regala un’emozione. Insomma una di quelle letture che fin dall’inizio si incolla alle mani e non si stacca fino a che non si è giunti all’ultima pagina.

Cento luoghi di-versi di Franco Marcoaldi e Tomaso Montanari, Treccani 2020
è invece un libro da centellinare, da guardare e leggere con calma per poter riflettere.

Da gustare un po’ al giorno, perché c’è decisamente troppo da immaginare e da emozionarsi per ridursi a leggerlo tutto d’un fiato. Sarebbe uno spreco, si perderebbero troppi dettagli, troppe possibilità per esercitare la propria memoria e il proprio senso critico.
È un testo molto recente, che risente di quest’annata agli arresti domiciliari, fatto in casa, come spiegano gli autori nella premessa.
Infatti si apre proprio con una pagina sull’epidemia che speriamo tutti di lasciarci alle spalle nel corso dell’anno appena iniziato, grazie ai vaccini di cui sentiamo continuamente parlare tutti i mass-media.

È una pubblicazione che parla di Italia, scritta da Italiani e un certo patriottismo qua e là traspare, ma in dosi consone alla trattazione. Ogni doppia pagina (foto e poesia) pone un tema su cui interrogarsi e lo fa semplicemente con un titolo evocativo, un’immagine e una poesia: la scuola che sta passando annate complicate, il terremoto del Friuli del ’76, il ponte Morandi di Genova, la reclusione domestica, la solitudine, il fascino della fragile Venezia e tanti altri.
I versi spaziano tra autori di poesie e canzoni di varie epoche, con una predilezione per la contemporaneità: Dante, Sciascia, Pasolini, De André, Boccaccio, Saba, Trilussa, Virgilio, Guccini, Ungaretti, Pico Della Mirandola, De Gregori, Montale, Michelangelo, Leopardi, Pino Daniele, solo per citare i più noti.

Ma di cosa si tratta e perché può aver senso parlarne su Archweb?

Cominciamo col dire che si tratta di un bel tomo con un ottimo rapporto qualità prezzo.
La lettura non va né a peso né a spanne, però se qualcuno volesse fare un regalo sappia che si tratta di un bel volume, ben rilegato, di circa 24,5 x 28,5 cm, un chilo e mezzo abbondante e 230 pagine (per metà belle fotografie). Insomma non è un tascabile economico e per 20 euro si rischia anche di far bella figura regalandolo a un amico.

Cento luoghi di-versi è una raccolta non ordinata (che non vuol dire disordinata) di abbinate foto-poesia. Si può aprire a caso, da un lato c’è un’immagine e dall’altro dei versi: si guarda una, si leggono gli altri, ci si ragiona un po’, magari si sogna, si ricorda o si immagina e poi si chiude. Quando si ha voglia si può ripetere il gioco.
Strano libro, no? Forse è più un toccasana per l’intelletto confezionato in fogli patinati.
Fortunatamente nelle prime pagine gli autori spiegano dettagliatamente il senso della loro opera, ma a mio avviso si può anche non cominciare da lì e lasciare l’inizio ad un secondo momento per andare un po’ a casaccio da pagina 20 in poi.

Qualche volta mi è capitato di provare qualcosa di fronte a un quadro che non conoscevo, magari esposto in un museo, o parte della decorazione di una chiesa e sono sempre state sensazioni piacevoli. Si potrebbe parafrasare Ulisse (la trasmissione di Alberto Angela) e dire il piacere della scoperta: un’emozione inattesa che se avessi conosciuto il quadro probabilmente non sarebbe arrivata, per lo meno non così.
Con questo libro può capitare qualcosa di simile: un’immagine, una poesia e se va bene anche un’emozione… a ripetizione, sempre a disposizione. Basta tenerlo sul comodino.

Cento immagini per cento luoghi e cento poesie a latere, il conto è presto fatto: sono 200 pagine patinate e gradevoli. Sì, ma cosa c’entra con l’architettura?

Ci sono piazze, scorci, palazzi, architetture e paesaggi, fotografati o dipinti e altre opere d’arte. Luoghi fisici e non, della memoria, dell’immaginazione, dal satellite, comunque tutti italiani o che rappresentano l’Italia, con l’aggiunta di versi che in qualche modo ne offrono un’interpretazione.
Dovrebbe essere sufficiente.

Si tratta di luoghi italiani, tanti luoghi distinti con associati altrettanti versi.

Il luogo non è semplicemente un sito. Un sito può essere parte di un luogo fisico che però si arricchisce di mille altre istanze, dalle stratificazioni della storia, ai rapporti morfologici con il contesto, alle dinamiche sociali e tanto altro. Il sito si misura, il luogo necessita di intelligenza, di quell’inter-legere che ce lo fa comprendere (almeno un po’, fin dove riusciamo…) e ce ne restituisce una dimensione del tutto diversa, molto più ricca.
L’accostamento di alcuni versi (gli autori sono uno storico dell’arte e un poeta) può rientrare a buon titolo in questo tipo di indagine, di lettura attraverso, di indagine profonda di un luogo, di un percorrerlo sulla scia di una suggestione letteraria.
Se non bastasse questa giustificazione, si può far ricorso alle numerose chicche. Una foto degli Alinari della vela emblema della famiglia Ruccellai sul margine della facciata di Santa Maria Novella di Leon Battista Alberti.
Così va meglio?

Si diceva che il testo iniziale di Tomaso Montanari si può posticipare, per godere della sorpresa di immagini e versi, ma non tralasciare, non saltare. Ci ho trovato alcune righe davvero utili in merito all’art. 9 della nostra Costituzione: ‘italiani si diventa’: siamo una nazione per via non di sangue, stirpe, fede o ‘razza’. Ma per via di cultura.
E infatti l’unico tra i principi fondamentali della Carta che osi pronunciare la parola fatale, ‘nazione’, è proprio quello che la lega alla cultura, alla ricerca, al paesaggio e al patrimonio storico e artistico
.

Cento luoghi di-versi. Un viaggio in Italia.
Franco Marcoaldi, Tomaso Montanari
Treccani – Istituto della Enciclopedia Italiana, 19 novembre 2020