Torna Open House a Torino
le case e gli interni si raccontano
Torna Open House a Torino: le case e gli interni si raccontano
Anche quest’anno Open House Torino ha riscosso un crescente successo: molte residenze e spazi urbani hanno aperto le porte a centinaia di visitatori curiosi ed appassionati di design ed architettura. L’evento ha abbracciato l’intera città ed anche alcuni centri extra urbani, senza escludere le zone più periferiche. Lo scopo, come ogni anno, è stato quello di scoprire e ri-scoprire ambiti che l’immaginario collettivo è solito collegare ad un’identità netta che, grazie all’evento, assume sfaccettature inaspettate. È così che zone a vocazione industriale diventano aree costellate di loft contemporanei nascosti in luoghi prima adibiti alla produzione, la periferia viene riscoperta grazie a “residenze – gioiello” inserite all’interno di edifici apparentemente anonimi e il centro si apre in tutto lo splendore dei suoi palazzi storici.
Il programma offerto dalla quinta edizione è stato ricco e variegato. Di seguito una piccola selezione di spazi che meritano di essere scoperti.
Casa per Tre: lo spazio reinventato
La prima residenza visitata è degna di nota per la sua storia intensa e per ogni singolo dettaglio, studiato con attenzione e cura. Situata in una zona periferica di Torino, a destinazione d’uso prevalentemente produttiva, dal recupero di un’area industriale, nasce “Casa per tre”, loft dal sapore contemporaneo e ricercato. Ad accoglierci, sul campanello, tre nomi: Valeria, Fabio e Luca, i proprietari di casa, dai e per i quali la stessa prende il suo nome.
Il cortile grigio ed impersonale è stato trasformato da un murales di nuvole bianche su sfondo azzurro, che ha permesso allo spazio di diventare unico e riconoscibile e di dare nuova veste alla pertinenza a cielo aperto.
Nell’ingresso dell’abitazione, quella che una volta era la scala dell’androne di un piccolo appartamento, oggi è la gradinata interna del loft che garantisce l’accesso al primo piano. Ma non si tratta solo di un elemento verticale di raccordo, bensì di una componente caratterizzante la casa che grazie ai numeri collocati in ordine crescente ma ad intermittenza, ha favorito l’apprendimento del figlio dei proprietari sin dai primi anni di vita, che in questo modo ha imparato a contare.
Un elemento originale ed allo stesso tempo funzionale che diventa parte integrante della vita di chi abita la casa.
La scala con i numeri di Casa per Tre, grazie alla quale Luca ha imparato a contare
Immagini © Chiara Del Core
Lo spazio di ingresso è inoltre caratterizzato da una parete sulla quale è stato applicato un telaio che riporta la grafica del cielo con le nuvole già presente sul muro esterno. La proprietaria infatti, amava l’idea di poter cambiare l’aspetto della parete a seconda del gusto e delle necessità e così ha optato per un elemento studiato ad hoc, sartorialmente, proprio come si suole fare con un ambito.
Il primo piano dell’immobile, realizzato in parte attraverso il riempimento di un precedente vuoto sopra la scala, ospita un ampio open space caratterizzato da un angolo conversazione illuminato da un grande bow-window e da una cucina con isola centrale. Plus valore della zona giorno è rappresentato dall’ampio terrazzo dove sono state inserite molte piante aromatiche in vaso, un’area relax ed una zona per il consumo dei pasti con tavolo e sedute.
Vista dall’interno della terrazza soleggiata
Immagini © Chiara Del Core
Al secondo piano si trova la zona notte con le due camere da letto ed un angolo studio ricavato dal muro della scala. Anche in questo ambiente è stata data molta attenzione al dettaglio: la porta a pacchetto che suddivide le due camere dal pianerottolo d’arrivo è composta da pannelli estensibili che riportano una fotografia di famiglia in formato maxi.
L’intero loft è dotato di un sistema radiante posto a livello del pavimento e sulle pareti della scala una volta parte dell’androne non riscaldato. Una particolare sensibilità alle scelte sostenibili ha previsto l’inserimento di una caldaia a condensazione e del cappotto termico esterno. Poiché la casa ogni anno è oggetto di trasformazione, ambizioso progetto futuro sarà quello di aggiungere una piscina nell’area terrazzata.
La proprietaria ci tiene a precisare come abbiano creduto sin da subito nelle potenzialità di questo luogo, secondo “l’idea che dietro ad ogni cosa ci sia dell’altro”. In questo modo, provenendo da una strada poco frequentata, in una zona remota della città, si fa ingresso in un’abitazione che diventa un’oasi di pace, dove i proprietari vivono ambienti che rispecchiano a pieno la loro personalità ed esigenze sempre mutevoli.
Per curiosare una tipologia molto originale di piscina clicca qui
Quadrato: un residence tra storia e contemporaneità
Nel quartiere storico del Quadrilatero Romano e precisamente in via Delle Orfane, si trova Quadrato, condominio risultato di un attento progetto di recupero e di rifunzionalizzazione dell’antico Convento di Sant’Agostino (XVI Secolo).
Grazie alle caratteristiche storiche dell’area, il complesso si fa vero e proprio continuum tra passato e presente. Infatti, nel 2015, durante i lavori di riqualificazione dell’isolato, sono stati eseguiti alcuni scavi che hanno portato alla luce delle evidenze archeologiche risalenti al II Secolo d.C. Nell’attuale corte interna condominiale sono affiorati tre ambienti appartenenti ad un edificio pubblico. Si tratta di stanze di pregio caratterizzate da una pavimentazione a mosaico: particolare è quello che ritrae il mito di Atteone, oggi ben conservato. In epoca successiva la zona diventerà area di sepoltura per i longobardi, poi quartiere di vita per popolazioni trado-antiche e infine, area annessa alla Chiesa di S.Agostino. Si tratta quindi di un lotto urbano che rappresenta oggi uno spaccato di vita lungo secoli.
A completamento della corte interna dove sorge il piccolo parco archeologico di epoca romano-imperiale, troviamo il murales “Eaten by feelings” dello street artist contemporaneo PixelPancho e il campo da calcio ceduto in comodato d’uso al vicino oratorio.
La mia visita prosegue all’ultimo piano dell’edificio, dove si può ammirare un ampio loft ristrutturato e curato nei minimi dettagli. Particolari sono le aperture che, come vere e proprie cornici di un quadro, circondano stupende vedute della città contraddistinte dai principali landmark torinesi.
Le finestre diventano cornici sulla città
Immagini © Chiara Del Core
Salendo una piccola scala interna si giunge al terrazzino del loft che regala una vista impagabile sui tetti si Torino: coperture, cupole, campanili e monumenti forniscono un’impagabile suggestione in quota.
La scala che dal piano mansardato conduce alla terrazza con vista su Torino
Immagini © Chiara Del Core
Per conoscere meglio Quadrato https://quadra-to.it/#
Casa Cru: caldo minimalismo
A poca distanza da Quadrato, nello stesso quartiere, attira la mia attenzione Casa Cru, chiamata così dal nome di uno dei padroni di casa, il gatto Crusco.
All’interno di un edificio di fine 1600, proprietà di un generale della famiglia Savoja, l’appartamento sito al primo piano, è stato oggetto di una ristrutturazione che lo ha completamente trasformato. La padrona di casa, Federica, è anche l’architetto che ha progettato i nuovi spazi, allo scopo di massimizzarne l’intensità della luce naturale proveniente dall’esterno.
Il progetto ha previsto la demolizione dei tramezzi che suddividevano la cucina dal soggiorno e del soppalco che prima aveva una conformazione ad L. Componente caratterizzante della nuova zona giorno è la scala che conduce al soppalco rinnovato e concepito come un futuro piccolo home office. Completamente rifatta, è composta da una struttura in metallo con gradini sospesi ed incastrati nella muratura. Il parapetto che protegge l’area soppalcata è totalmente in vetro così da far passare un maggior flusso di luce.
Vista della nuova scala che raccorda la zona giorno con quella soppalcata
Immagini © Arch.Federica Pettinato
Anche la luce artificiale è stata studiata nel dettaglio per conferire ad ogni zona la corretta illuminazione: sospensioni d’atmosfera per la zona pranzo, faretti per una luce puntuale in cucina, una striscia led a scomparsa per il corrimano della scala. Nell’area giorno è stato ricavato anche un piccolo bagno di servizio con lavanderia a scomparsa grazie all’utilizzo di un’armadiatura a muro.
Vista del bagno di servizio e della zona pranzo dalla scala
Immagini © Arch.Federica Pettinato
Passando dalla zona giorno alla zona notte è inevitabile notare come i soffitti caratterizzino ogni singolo ambiente poiché uno diverso dall’altro. Infatti, se la zona giorno è dotata di un semplice controsoffitto intonacato di bianco, l’attuale studio di casa è caratterizzato da una splendida volta a padiglione. Quest’ultima è stata scrostata, sabbiata ed in alcune zone restaurata attraverso l’apposizione di pigmenti scelti con attenzione al fine di conferire una maggiore uniformità visiva.
Vista dell’ambiente destinato all’attuale studio, caratterizzato da una splendida volta a padiglione
Immagine © Arch. Federica Pettinato
L’ultimo ambiente, quello destinato alla camera da letto padronale è invece sovrastato da un soffitto a cassettoni lignei che sono stati rinforzati attraverso l’inserimento di apposite putrelle. È inevitabile qui notare come il mix di materiali antichi e moderni risulti in un perfetto rapporto armonico.
Tutti i pavimenti dell’appartamento sono stati sostituiti con un parquet in rovere naturale posato a spina, al fine di ottenere un aspetto d’insieme caldo e rustico.
Infine, sono stati rivisti tutti gli impianti esistenti con l’apposizione del riscaldamento a pavimento e con un sistema di condizionamento a scomparsa che interessa solo la zona notte.
Il risultato? Un appartamento fresco e giovane, studiato in ogni suo dettaglio, che si inserisce con raffinata pacatezza nel cuore del Quadrilatero Romano.
Per visionare i disegni di un impianto di condizionamento dell’aria clicca qui
Terrazza Dora: angolo zen sulle sponde del fiume
Nell’antica fabbrica di tappeti Paracchi, dal recupero degli anni 2000, oggi sorge un complesso di uffici e di loft affacciati sul fiume Dora, nell’area nord di Torino. Terrazza Dora è il loft dall’autentico sapore giapponese, è il luogo di Sayaka ed Enrico, che innamoratisi dell’appartamento, ne hanno colto subito il suo potenziale.
Il loft, sviluppato su due piani, si fonde con armonia alla natura dell’ambiente circostante, restituendo a chi ne fa ingresso luce, pace e silenzio. Il primo piano, un ampio open space, ospita la zona giorno con una cucina angolare, completamente circondata da vetrate grazie alle quali l’ambiente sembra essere la naturale estensione dell’esterno, fatto di acqua e di verde. L’adiacente zona conversazione prosegue nell’ampia terrazza affacciata sul fiume, dove si trovano numerose specie vegetali in vaso che circondano il set da pranzo.
Esterni del loft: la terrazza arredata e l'affaccio sul paesaggio fluviale
Immagini © Chiara Del Core
La zona cucina immersa nel verde circostante
Immagine © Chiara Del Core
Una scala interna conduce al secondo piano, un vero e proprio angolo di Giappone inserito nell’austera città sabauda. Uno spazio luminoso e vetrato dove a terra è adagiato il tatami, pavimentazione della tradizione giapponese composta da moduli in paglia intrecciata. Si tratta di una zona molto flessibile, utilizzata dai proprietari di casa come spazio in cui colloquiare e consumare un pasto, ma che all’occorrenza diventa camera per gli ospiti.
Tatami nella zona conviviale e ambiente bagno adiacente
Immagine © Chiara Del Core
Di fianco, un ambiente bagno con la generosa vasca pensata per rilassarsi e spegnere l’interruttore dal ritmo frenetico della quotidianità. A completamento del primo piano, la seconda terrazza regala una vista in quota sul fiume, diventando coronamento di un loft che si fa perfetto connubio tra Oriente ed Occidente.
Oggi, Terrazza Dora non è solo abitazione privata ma spazio dinamico dove si svolgono vernissage e shooting fotografici, un luogo unico e nascosto che vale la pena scoprire.
Luini 33: casa-studio a prova di spazio
Luini 33 è la reale dimostrazione che per il progettista lo spazio esiguo può essere interpretato come una sfida finalizzata a massimizzare il risultato e non solo come un mero vincolo.
Davide Minervini è l’architetto e il proprietario di casa che ha realizzato il progetto di ristrutturazione interna del piccolo appartamento in zona Borgo Vittoria. All’interno di un edificio degli anni ’50, sono stati completamente rivoluzionati i 39 mq di casa Luini, con una riorganizzazione planimetrica che ha visto la sostituzione della zona notte con la zona giorno e viceversa. La necessità primaria era quella di sfruttare ogni centimetro a disposizione creando un’unità abitativa che offrisse tutto ciò di cui aveva bisogno chi l’avrebbe abitata.
Oggi, l’ingresso su living offre una zona conversazione con divano a due posti e tv, un angolo pranzo che all’occorrenza può diventare home workstation ed una parete con cucina a scomparsa. Quest’ultima soluzione, progettata su misura, garantisce il duplice uso dell’ambiente che così può trasformarsi a seconda dell’esigenza. La porta finestra dà accesso al terrazzino con affaccio su strada.
L’ambiente può essere una zona pranzo-cucina ma anche uno studio grazie alla soluzione a scomparsa
Immagini © Alessandro Santi
È stata poi creata una zona filtro che permette il passaggio alla zona notte: si tratta di un piccolo corridoio di 1,5 mq caratterizzato da una parete contenitiva a doppia faccia. Infatti, la parete dal lato dell’ingresso può essere utilizzata come guardaroba e dispensa, dal lato del corridoio come zona lavanderia nascosta dall’anta scorrevole.
Di fronte, l’ambiente bagno è stato rivisitato ma non spostato, ricavando una piccola zona sgabuzzino divisa da un’anta in policarbonato che oltre a suddividere le destinazioni d’uso, garantisce l’adeguato flusso luminoso dall’esterno.
Quello che una volta era il tinello con cucinino oggi si è trasformato in una camera da letto dotata di ampia cabina armadio. Anche la zona notte è stata studiata in ogni suo dettaglio per soddisfare le necessità e ampliare la percezione spaziale. Chicca dell’ambiente è l’angolo studio dotato di una particolare scrivania che, in modo simile ad un bancone da bar, può essere sollevata per garantire la manutenzione del radiatore sottostante e per accedere meglio alla finestra e godere dell’affaccio.
La cabina armadio occupa lo spazio dell’ex cucina
Immagini © Alessandro Santi
Luini diventa emblema di funzionalità e astuta progettazione: una casa, uno studio, uno spazio studiato a misura d’uomo pronto a mutare secondo la necessità del momento.
Palazzo Cassini 34: retrofit di facciata e nuovi spazi interni
All’interno del quartiere residenziale torinese della Crocetta, troviamo Palazzo Cassini, al numero civico 34 dell’omonima via. Si tratta di un immobile costruito negli anni ’60 che è stato completamente ristrutturato dallo Studio Garrone Architetti nel 2019-2020. L’intervento ha interessato sia la facciata esterna, sia gli appartamenti che si distribuiscono sui cinque piani fuori terra. Mentre il lato nell’interno cortile è stato completamente demolito e ricostruito, quello che affaccia su strada è stato oggetto di un intervento di tipo più conservativo, poiché l’edificio risulta essere vincolato da Piano Regolatore cittadino.
Il retrofit su via Cassini ha previsto alcune scelte tecnologiche che hanno restituito un’identità rilevante e nuova al palazzo: la prima ha riguardato il vecchio involucro in paramano, rinnovato con l’acciaio corten, materiale in grado di rigenerarsi con il trascorrere del tempo.
La facciata di Palazzo Cassini 34 sul lato strada
Immagine © Open House
Al fine di massimizzare l’afflusso di luce proveniente dall’esterno, sono state accorpate le aperture già presenti in facciata grazie alle quali oggi la zona giorno di ogni appartamento gode di una luminosità ottimale. L’inserimento di numerose specie vegetali in vaso, oltre ad avere reso l’edificio più pregevole e vitale, assicurano un buon livello di isolamento acustico per gli ambienti interni.
Vista dal basso verso l’alto dell’edificio
Immagine © Chiara Del Core
Al primo piano della palazzina visitiamo lo studio professionale degli architetti che si sono occupati dell’intera ristrutturazione. Gli ambienti interni, dal sapore contemporaneo e impreziositi da numerose opere d’arte, vantano un plus valore: il piacevole giardino interno un tempo condominiale, oggi diventato di pertinenza.
La visita prosegue in uno degli appartamenti siti al quinto piano, un tempo caratterizzato da corridoi stretti e dalla suddivisione dello spazio in molteplici stanze. L’intervento di ristrutturazione ha previsto la demolizione dei tramezzi e la creazione di un’ampia zona giorno suddivisa in tre aree principali: la cucina con isola e pareti che ospitano le colonne contenitive, la zona pranzo e l’area relax-conversazione.
Vista di un angolo progettato dallo studio Garrone Architetti
Immagine © Chiara Del Core
Scelta inusuale dal punto di vista tecnologico, è stata quella di inserire un sistema di riscaldamento a soffitto, con impianti a serpentina annegati all’interno dei pannelli in cartongesso che costituiscono le controsoffittature. In questo modo, ogni ambiente è stato ribassato e i progettisti hanno potuto giocare con salti di quota, con l’incasso delle luci e con le velette reggi tenda.
Per gli ambienti di servizio sono stati scelti materiali come la pietra e colori dai toni scuri, al fine di emulare l’atmosfera tipica delle spa.
La camera da letto padronale gode di un sistema di insonorizzazione e la parete retrostante il letto è stata impreziosita dall’inserimento di una particolare carta da parati in velluto.
La camera da letto dove la parete in velluto si fa caratterizzante di tutto l’ambiente
Immagine © Chiara Del Core
Palazzo Cassini 34 è la dimostrazione di come un’attenta progettazione possa restituire un risultato ottimale in termini di comfort e qualità ambientale.
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