Rischio crollo della Torre Garisenda
Analisi della struttura - Sistema di monitoraggio - Soluzioni di messa in sicurezza
La Torre della Garisenda è uno dei simboli più iconici della città di Bologna. Situata nel cuore del centro storico, è stata testimone di secoli di storia e ha affascinato visitatori e studiosi di tutto il mondo. Questa torre medievale, alta 48 metri, è nota per la sua inclinazione, che l’ha resa un punto di riferimento unico nel panorama architettonico italiano. Costruita nel XII secolo, la Torre oggi preoccupa per le condizioni di potenziale collasso in cui si trova.
Di seguito, analizzeremo la struttura della Torre Garisenda, le attività dei Comitati Tecnico-Scientifici (CTS) per la Conservazione e il sistema di monitoraggio adottato. Inoltre, riporteremo le soluzioni idonee e le linee di indirizzo per la progettazione tecnica degli interventi necessari, individuati dal CTS.
Torre della Garisenda di Bologna
La Torre Garisenda è una torre medievale situata a Bologna. È una delle due torri simbolo della città, insieme alla Torre degli Asinelli (la più alta delle due).
La Torre fu costruita nel XII secolo dai Garisendi, una ricca famiglia di banchieri. In passato raggiungeva i 60 metri, ma attualmente la sua altezza è di 48 metri ed è inclinata di 3,22 gradi, il che la rende una delle torri più inclinate del mondo, dopo la Torre di Pisa (3,97 gradi).
La Garisenda è stata citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia, nel canto XXXI dell’Inferno. Dante paragona la torre all’angelo caduto Lucifero, che è imprigionato nel fondo dell’Inferno.
A causa dell’inclinazione e al potenziale rischio di crollo, la torre è stata oggetto di numerosi lavori di restauro nel corso degli anni. I lavori più recenti sono stati eseguiti nel 2019 e hanno permesso di stabilizzare la torre e prevenire ulteriori crolli. Tuttavia, di recente si è reso necessario un ulteriore intervento di consolidamento per scongiurare il collasso della struttura.
Architettura e costruzione della Torre Garisenda
La Torre della Garisenda è a sezione quadrata, costruita utilizzando mattoni di laterizio e pietra calcarea locale. La torre originariamente raggiungeva un’altezza di circa 60 metri, ma nel corso dei secoli è stata ridotta a causa del cedimento delle fondamenta e di crolli parziali che si sono verificati.
Nonostante la sua inclinazione, la Torre della Garisenda è stata costruita in modo robusto e resistente, sfruttando tecniche architettoniche innovative per l’epoca. L’inclinazione è dovuta al cedimento del terreno su cui la torre poggia.
Verso la fine del XIX secolo, la torre fu sottoposta a un restauro che includeva l’aggiunta di un rivestimento basamentale in bugne di selenite.
Rischio di crollo della Torre Garisenda
Negli ultimi decenni, sono emerse preoccupazioni riguardo alla stabilità strutturale della Torre della Garisenda. Le indagini e le analisi condotte da esperti hanno rivelato che la torre è soggetta a una serie di fattori che potrebbero aumentare il rischio di collasso della struttura. L’inclinazione e l’erosione del terreno circostante sono stati identificati come i principali fattori di rischio. La presenza di crepe e il degrado dei materiali da costruzione dovuto a infiltrazioni d’acqua, sono ulteriori elementi che contribuiscono all’instabilità della torre.
Analisi dell’integrità strutturale della Torre Garisenda
Per valutare l’integrità strutturale della Torre Garisenda, sono state condotte analisi approfondite utilizzando tecniche moderne come un sistema di monitoraggio e l’analisi dei carichi statici e dinamici. Queste analisi hanno confermato le preoccupazioni riguardo alla stabilità della torre e hanno rivelato la necessità di interventi urgenti per evitare il crollo. Gli esperti hanno evidenziato la necessità di rafforzare la struttura, riparare le crepe e monitorare costantemente l’evoluzione del terreno circostante.
Monitoraggio, azioni di tutela e soggetti coinvolti
La Torre Garisenda è dotata di un sistema di monitoraggio costante sin dagli anni ’90, grazie all’installazione di vari strumenti di rilevamento che si sono migliorati nel tempo seguendo l’evoluzione tecnologica.
2018
Nel 2018, il Comune di Bologna ha condotto ulteriori indagini sulla Torre Garisenda per comprendere meglio le sue condizioni strutturali. Le indagini hanno rivelato la presenza di infiltrazioni d’acqua, che hanno causato l’umidità di alcuni punti della muratura.
Per risolvere il problema, l’Amministrazione ha redatto un progetto che prevedeva:
- L’impermeabilizzazione della terrazza sommitale
- La chiusura parziale delle buche pontaie
- La sigillatura dei giunti di malta delle quattro facciate
Il progetto ha ottenuto il parere della Soprintendenza nel dicembre 2018 e i lavori sono stati eseguiti nel 2019.
2019
Nel 2019, il Comune di Bologna ha nominato un Comitato Scientifico per supportare gli interventi di consolidamento della Torre Garisenda. Il Comitato ha proposto di realizzare una cinturazione attiva del basamento della torre per bloccare i fenomeni di inclinazione.
Nel febbraio 2019, il Comitato ha approvato il progetto di consolidamento del basamento in tre fasi:
- Prima fase: interventi al basamento, suddivisi in cinque sotto-fasi.
- Seconda fase: realizzazione di tutori metallici.
- Terza fase: consolidamento definitivo del tronco di base, con rinforzo e sostituzione degli elementi lapidei, intervento di scuci-cuci sulle murature e iniezioni di miscele.
Il progetto è stato approvato dalla Soprintendenza nel 2019 e riguarda gli interventi provvisori, ovvero alcuni interventi della prima fase.
Nel dicembre 2019, l’Amministrazione comunale ha approvato il progetto redatto dall’ingegner Dallavalle e affidato i lavori al consorzio CORMA.
2020
Nel 2020, nonostante la pandemia, i lavori di consolidamento della Torre Garisenda proseguono. Vengono eseguite indagini e prove di laboratorio per valutare la tipologia di malta da iniettare e l’impatto delle fondazioni per i due elementi metallici di presidio.
Nel dicembre 2020, l’Amministrazione approva il proseguimento dell’intervento, che prevede:
- Monitoraggi e verifiche dello stato del sacco del basamento della torre
- Microiniezioni
- Confinamento passivo ortogonale alle pareti
- Confinamento attivo ortogonale alle pareti
- Lavorazioni preliminari per gli interventi definitivi
I lavori vengono avviati e vengono realizzate le indagini necessarie alla comprensione del degrado dei materiali che compongono il cosiddetto “sacco”. Viene realizzato il confinamento passivo ortogonale alle pareti tramite una struttura lignea intorno alla torre, che viene tenuta in tensione da cinture metalliche.
2022
A ottobre 2022, viene individuata la malta adatta per i lavori di microiniezioni tra le crepe della torre. Il Comitato tecnico-scientifico, che segue i lavori si pone il tema di come controllare la diffusione delle iniezioni e l’efficacia di tale intervento.
Nonostante l’Amministrazione comunale approvi il progetto dei lavori di microiniezioni e ristillatura del basamento della torre e affidi i lavori ad un’impresa, il cantiere viene sospeso per permettere a un nuovo e più ampio CTS di venire a conoscenza dei contenuti del progetto e di richiedere il perfezionamento di alcuni aspetti.
2023
A settembre 2023 il nuovo comitato approva un intervento sperimentale su un solo lato della torre, per poi estenderlo all’intero basamento in caso di esito positivo. Nella stessa seduta gli strutturisti convenivano sulla necessità di monitorare con continuità gli effetti delle iniezioni anche nel tempo, stabilendo le soglie di tollerabilità dell’intervento.
Allarme rosso ingegneristico
Nel luglio 2023, il CTS consegna una lettura dei dati di monitoraggio che indicano un avanzamento dello schiacciamento alla base della Torre Garisenda, non solo sul lato sud-est ma anche sul lato sud-ovest.
A fine settembre, il CTS approva i progetti di microiniezioni e pali pilota, con un piano di monitoraggio per segnalare eventuali allarmi. Dai dati rilevati dal sistema di monitoraggio emerge che la Torre stesse sviluppando un nuovo trend di movimento in direzione sud, ovvero “un andamento anomalo rispetto al trend osservato negli anni passati, che sostanzialmente era verso Est”.
Il CTS dichiara la situazione in “allarme rosso ingegneristico” e blocca i lavori, in attesa di ulteriori analisi.
Per la precisione, l’allarme rosso ingegneristico è diverso dall’allarme rosso di protezione civile. Il primo indica criticità strutturali che devono essere monitorate, il secondo indica un rischio imminente di crollo.
Il CTS decide di procedere mettendo in campo il progetto pilota e al contempo il sistema per l’elaborazione delle soglie di allarme.
Riunione del CTS del 4 ottobre 2023
Il 4 ottobre 2023 si è svolta una riunione ristretta del CTS, in cui sono stati esposti i dati rilevati sulla torre e che confermano quanto esposto in precedenza. Ovvero, “lo sviluppo di preoccupanti residui nelle deformazioni dell’angolo Sud Ovest (SW) del basamento e la modifica nel trend di movimento storico del pendolo.”
Riportiamo le conclusioni della riunione:
“Al termine di un’approfondita discussione si è giunti alle conclusioni seguenti.
- Gli elementi fattuali disponibili, derivanti da indagini e monitoraggio, continuano a denunciare una situazione statica della torre di forte criticità, con evoluzione in senso negativo, e che in termini ingegneristici può ormai definirsi da “codice rosso”.
- Conseguentemente, le azioni da intraprendere d’ora in avanti non potranno che configurarsi in regime di protezione civile.
- In tale ottica si farà una riunione con l’impresa Fagioli, per esplorare la possibilità di realizzare in tempi strettissimi una struttura di presidio a sostegno della torre, avente lo scopo di scongiurarne un eventuale collasso o, nell’ipotesi estrema, di controllare il meccanismo di collasso per minimizzare tutti i possibili rischi da esso derivanti. Solo in presenza di un efficace presidio si potrà procedere con altri interventi migliorativi, ma, allo stato attuale, viene sospesa l’attività che prevedeva le iniezioni nel sacco del basamento.
- Se tale strada non dovesse risultare percorribile, sarà inevitabile attivare le procedure previste dal piano di protezione civile, con chiusura della piazza Ravegnana e sgombero degli edifici a rischio.”
Sopralluoghi ottobre 2023
Nel mese di ottobre 2023 si sono svolti 3 sopralluoghi da parte di alcuni membri del CTS. I sopralluoghi hanno avuto lo scopo di rappresentare anche fotograficamente i motivi di allarme forniti dall’elaborazione dei dati di monitoraggio.
Da sopralluoghi effettuati è emerso quanto riportato nella relazione tecnica:
- “Come il già rilevato fenomeno di disgregazione della selenite alla base della torre sia tutt’ora in fase di sviluppo ed ampiamente diffuso sulle pareti interne alla torre. L’immagine fotografica riportata in Figura 9 a titolo di esempio illustra la condizione di disgregazione chimico/fisica della selenite che costituisce il paramento contenente il c.d. “sacco” in conglomerato.
- Come le micro fessurazioni verticali dei laterizi posti immediatamente al di sopra della base in selenite già rilevate nel 2020 in corrispondenza del solo lato Sud dello spigolo Sud Ovest della torre (si veda Figura 4), si siano ora ampiamente diffuse anche nei lati Est e Ovest (Figure 6, 7 e 8). Si precisa come tali micro fessurazioni verticali nei laterizi (che spesso non coinvolgono la malta) siano di particolare rilevanza ed attenzione in quanto identificate dalla prof.ssa Luigia Binda (Consulente Tecnico della Procura di Pavia in merito alla individuazione delle cause del crollo della Torre Civica avvenuto nel 1989) come segno indicatore dei fenomeni di creep sotto carico statico che hanno causato il crollo della Torre Civica di Pavia. Le immagini fotografiche riportate illustrano solo alcune delle numerosissime microfessurazioni rilevate.”
Relazione tecnica CTS del 15 novembre 2023
Il 20 ottobre 2023, su richiesta del Sindaco Matteo Lepore, il Prefetto convoca un incontro del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, per discutere della sicurezza della torre Garisenda.
Durante l’incontro, Lepore comunica che avrebbe chiesto al CTS con la massima urgenza, un dossier definitivo e chiarificatore sui dati emersi dai rilievi sulla Torre. In particolare, il primo cittadino di Bologna chiede che la relazione tecnica includa:
- analisi dei dati evidenziando la coerenza tra i diversi strumenti di misurazione, la presenza di eventuali anomalie, in particolare degli estensimetri;
- tutti gli elementi “per determinare soluzioni idonee al consolidamento della torre Garisenda” e “fornire linee di indirizzo, tramite sintesi scritte per la progettazione tecnica degli interventi di consolidamento” come previsto nei compiti del comitato, approvato con delibera di Giunta PG.395798/2023 in data 6/06/2023.
- fornire elementi utili ad un aggiornamento della simulazione di crollo della torre Garisenda e del piano di protezione civile.
Il 15 novembre 2023 il Comitato Tecnico Scientifico per il consolidamento della Torre Garisenda, presenta la relazione tecnica, con le seguenti risposte ai quesiti posti.
1. Analisi dei dati evidenziando la coerenza tra i diversi strumenti di misurazione, la presenza di eventuali anomalie, in particolare degli estensimetri.
Sulla base dei dati emersi negli ultimi anni il CTS espone le seguenti conclusioni:
“Nell’ultimo periodo, il sistema di monitoraggio ha evidenziato come la situazione complessiva si sia purtroppo sensibilmente aggravata, con risvolti preoccupanti sul piano della stabilità generale della torre, per i seguenti principali motivi:
- a distanza di più di un anno dal completamento dei lavori di cerchiatura del basamento, che avrebbero dovuto creare un suo efficace confinamento e pertanto un miglioramento delle prestazioni meccaniche dei materiali che lo compongono, i dati di medio termine non consentono di rilevare alcun sensibile miglioramento dei trend precedenti a tali interventi; al contrario, la velocità delle deformazioni nel basamento (schiacciamento sotto carico costante) appaiono essersi significativamente incrementate;
- come chiaramente testimoniato dai rilievi del pendolo dell’ultimo periodo, la torre sembra aver modificato il proprio millenario movimento della sommità verso Est / Sud-Est, intraprendendo un nuovo movimento verso Sud.
Tale imprevista ed accelerata tendenza ha suggerito al CTS di sospendere immediatamente ogni altra attività in corso (in particolare di consolidamento) e di portare l’attenzione in condizioni di massima allerta, ritenendo che non sussistano più le condizioni di sicurezza per operare sulla e nei pressi della torre, se non nell’ambito di un piano di protezione civile.”
2. Tutti gli elementi “per determinare soluzioni Idonee al consolidamento della Torre Garisenda” e “fornire linee di Indirizzo, tramite sintesi scritte per la progettazione tecnica degli Interventi di consolidamento” come previsto nei compiti del comitato, approvato con delibera di giunta pg. 395798/2023 in data 6/06/2023
“Nel contesto sopra delineato il Comune di Bologna ha adottato un piano di protezione civile, che contempla tra i vari scenari anche la possibilità di crollo improvviso ed imprevedibile. La definizione e gestione di tale piano esula dai compiti del Comitato Tecnico Scientifico.
Una volta definito il piano di protezione civile, è opportuno che il Comune di Bologna affidi con urgenza ad una specifica ditta specializzata la messa in sicurezza della torre e delle aree circostanti.”
“Considerata la criticità della situazione e l’oggettiva difficoltà ad operare, al fine di salvaguardare l’incolumità delle persone e di impedire la perdita del bene, oltre che dei manufatti circostanti, il Comitato suggerisce di operare secondo due livelli di intervento, distinti per tempistica e finalità:
- posa in opera di barriere di protezione, intervento che deve essere realizzato in tempi brevissimi: queste barriere devono essere posizionate in modo da massimizzare l’area nella quale le macerie possono accumularsi in caso di crollo, in modo da contenerle anche nell’eventualità che il crollo dovesse avvenire con una componente di ribaltamento; tali barriere dovranno avere un’altezza sufficiente a contenere il volume delle macerie, che ci si attende maggiore rispetto al volume della muratura della torre, a causa dei vuoti che resteranno nelle macerie;
- realizzazione di interventi provvisionali, da effettuare nei tempi più rapidi possibili, con la funzione non solo di confinare l’eventuale crollo ma anche, in una fase successiva, di consentire interventi di consolidamento e restauro, contemplando anche la possibilità di sgravare in parte il carico sul basamento.”
Ulteriori precisazioni del CTS:
- Tutto quanto sopra segnalato dovrà ovviamente essere realizzato nei tempi più rapidi possibili.
- Gli interventi provvisionali da realizzare dovranno avere carattere di reversibilità e andranno concepiti in maniera tale da consentire, una volta realizzati, di poter eseguire tutti i futuri interventi sulla torre possibili e opportuni.
- Il CTS raccomanda altresì che tali strutture consentano, o meglio favoriscano, un esame complessivo dell’edificio.
- Nell’eventualità di dover coprire parte delle superfici si chiede di acquisire preventivamente immagini ad alta definizione e georeferenziate in grado di fornire un rilievo dettagliato.
- Per quanto attiene i futuri interventi di consolidamento si rappresenta come i medesimi potranno ricomprendere anche quelli volti a ridurre gli effetti del peso della torre su basamento e parte bassa della stessa.
3. Fornire elementi utili ad un aggiornamento della simulazione di crollo e del piano di protezione civile
“Per quanto riguarda l’oggetto del quesito 3, va osservato che l’individuazione delle aree a rischio per i possibili meccanismi di collasso della torre esula dai compiti del Comitato Tecnico Scientifico.
In questa sede ci si può solo limitare a richiamare il lavoro svolto nel 2020 (con successivo aggiornamento nel 2021) dai proff. Tomaso Trombetti ed Angelo di Tommaso, che hanno sviluppato simulazioni per definire le aree interessate da potenziale crollo (implosione e/o ribaltamento). Tali simulazioni necessitano, anche alla luce dei mutati trend di spostamento della sommità della torre, di opportuni aggiornamenti.“
Messa in sicurezza della Torre Garisenda
A fine novembre iniziano i lavori per realizzare la struttura di contenimento della Torre Garisenda, che rappresenta la prima fase del processo di messa in sicurezza. Dopo le ispezioni per verificare i sottoservizi e la rimozione dei cavi elettrici che interferivano con l’area interessata, effettuate dal Comune, sono iniziati i lavori preliminari per posizionare i container e la rete metallica.
Prima fase: Cintura di contenimento della Torre Garisenda
Nei primi giorni di dicembre, in piazza di porta Ravegnana è iniziato il posizionamento dei container e dei primi elementi che costituiranno la struttura di contenimento per la prima fase di messa in sicurezza.
L’impresa appaltatrice Fagioli dovrà realizzare una cintura di protezione per contenere i detriti in caso di crollo, al fine di ridurre la vulnerabilità degli edifici circostanti e proteggere la popolazione. Questa cintura impedirà l’accesso alla zona circoscritta e sarà composta da moduli metallici che saranno ancorati e zavorrati al terreno. Inoltre, verranno utilizzate reti metalliche paramassi appositamente progettate con sistemi di pretensionamento e ancoraggio al suolo.
La realizzazione della cintura di protezione richiederà un piano logistico adeguato per il trasporto dei materiali e il premontaggio dei moduli presso un Hub Operativo situato in via dell’Industria a Bologna, fuori dal centro storico. Questo permetterà di ridurre al minimo le attività cantieristiche in piazza Porta Ravegnana e minimizzare l’impatto sulla mobilità. Grazie a questa soluzione logistica, il trasporto della struttura potrà avvenire principalmente con mezzi ordinari, evitando l’utilizzo di mezzi eccezionali se non in casi sporadici.
Si stima che il completamento del cantiere della cintura di protezione Garisenda, sarà entro gennaio-febbraio 2024.
Il quadro economico indicato nella delibera del Consiglio ammonta a poco più di 4,2 mln di euro.
Seconda fase: Cilindro attorno alla Garisenda
La fase successiva per garantire la sicurezza della Torre Garisenda avrà una durata di almeno sei mesi. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha spiegato questo nel corso di una conferenza stampa. Durante questa fase, verrà costruito un cilindro intorno alla Torre Garisenda, il quale richiederà un tempo significativamente maggiore.
Terza fase: restauro della Torre Garisenda
Per la terza fase, quella del restauro, ci vorrà ancora più tempo, afferma Lepore. “Discuteremo di questo più avanti”, taglia corto il sindaco e aggiunge “I tempi richiesti per la prima fase sono stati molto brevi”, lasciando intendere che anche la fase di restauro sarà definita presto.
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28 marzo 2024 – Il sindaco annuncia l’intervento di messa in sicurezza della Torre Garisenda
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha annunciato in una conferenza stampa a Palazzo d’Accursio i dettagli dell’intervento di messa in sicurezza della Torre Garisenda.
Le modalità di intervento
Lepore ha spiegato che per stabilizzare la torre saranno utilizzati i tralicci d’acciaio già impiegati con successo per la Torre di Pisa. Questi tralicci, opportunamente modificati, permetteranno di velocizzare i lavori e di contenere i costi.
Le fasi del progetto
L’intervento si svolgerà in tre fasi:
- Installazione dei tralicci: all’interno del perimentro dei container rossi le due strutture d’acciaio tireranno la Garisenda per ridurre l’inclinazione e scongiurare un eventuale crollo. Riducendo l’angolo di inclinazione si potrà garantire la stabilità della torre.
- Monitoraggio: la torre sarà monitorata costantemente per valutare l’efficacia dell’intervento.
- Restauro: una volta completata la messa in sicurezza, si procederà con il consolidamento strutturale e successivo restauro conservativo della torre.
Le tempistiche
L’obiettivo è di completare l’intervento entro il 2024. Una volta installati i tralicci, la torre “uscirà dalla fase gialla” e sarà “messa in sicurezza, entrando nella fase verde“, ha precisato il sindaco.
Le parole del sindaco Lepore:
“La Torre Garisenda è un simbolo di Bologna e un pezzo importante della nostra storia”, ha dichiarato il sindaco Lepore. “Con questo intervento, che si avvale di una tecnologia innovativa già sperimentata con successo a Pisa, vogliamo mettere in sicurezza e salvare la Torre di Bologna”.
Foto di copertina: Trifonov_Evgeniy da Getty Images